Quando sulla rima palpebrale si accumula un eccesso di secrezione si forma la cispa, e la causa può essere congenita
Il poeta romano Orazio, nato in Lucania nel 65 a.C. in una sua opera si descrive come si descrive come piccolo, dal colorito olivastro e gli occhi cisposi. Storicamente, questa sembra essere la prima volta che in cui si usa questo aggettivo per indicare la presenza della condensazione di lacrime, muco e lipidi secrezione ghiandolare palpebrale particelle di polvere e desquamazione della pelle che si deposita tra le palpebre, specialmente durante il sonno. L’etimologia della parola cispa non è nota, ma da allora è diventato l’appellativo più comune, accettato anche in campo medico-scientifico, per chi presenta una secrezione abnorme accumulata sulla rima palpebrale. Per la precisione, si dovrebbe parlare di occhi cisposi principalmente in caso di un fatto congenito, ma è consuetudine considerare le cispe oculari come uno dei sintomi più frequenti in caso di blefariti, congiuntiviti e altre malattie oculari. è ben noto che in termini fisiologici le secrezioni oculari, al pari delle lacrime che servono anche a mantenere idratata la superficie oculare, hanno una funzione protettiva perché riescono a rimuovere eventuali particelle, sedimenti e sporcizia, potenzialmente dannosi dall’occhio. Durante la notte, poiché il battito delle ciglia è quasi nullo, la miscela di lacrime, muco prodotto dalle ghiandole delle palpebre, polvere ambientale e cellule dell’epidermide, inizia ad accumularsi agli angoli degli occhi e lungo le ciglia, e a seconda dei casi presentarsi con una consistenza sierosa, mucosa, purulenta, emorragica, schiumosa o filamentosa. Nello specifico si potrà verificare l’aumento della perdite oculare acquosa, trasparente e liquida,che sta a indicare un a maggiore produzione di lacrime; un aumento della secrezione di muco, più viscoso, che può essere legato ad allergie, irritazioni oculari o infezioni. In molti casi sono causate da un corpo estraneo penetrato nell’occhio, come sabbia o polvere, che irrita la congiuntiva e provoca prurito; si può trattare anche di secrezioni più secche, simili a croste, associate alla secchezza oculare dovuta alla mancanza di lacrime o essere un sintomo di blefarite, che si verifica quando il bordo della palpebra si infiamma, causando croste alla base delle ciglia, di solito accompagnate da prurito, arrossamento e dolore; quando le secrezioni sono purulente, di colore giallastro o verdastro e possono essere accompagnate da pus, indicano un’infezione oculare, come la congiuntivite battericache è caratterizzata anche da una sensazione di prurito, irritazione, gonfiore e sensibilità alla luce; se la secrezione contiene tracce di microemorragie può trattarsi di una lesione oculare o di una condizione più grave. Da quanto detto consegue che, a seconda del tipo, al risveglio le cispe oculari, potranno presentarsi alla vista come secche, con una consistenza simile alla sabbia, o sembrare umide, come muco. Ricordando che si può trattare anche di un processo del tutto naturale, risolvibile con facilità rimuovendo delicatamente la secrezione con spugnature di acqua tiepida, fino a liberare le palpebre, il fenomeno va guardato con attenzione soprattutto nei bambini, specie i più piccoli che più facilmente si portano le mani sporche agli occhi, si possono sviluppare infezioni. La discriminante può risiedere nel colore o nell’abbondanza della secrezione oculare che possono rappresentare il sintomo di un altro problema. Riassumendo, fra i più comuni vanno prese in considerazioni altre possibili cause: le già ricordate infiammazioni, di origine batterica o virale, della congiuntiva, la membrana mucosa che riveste le palpebre e la parte anteriore dell’occhio; una blefarite, che indica l’infiammazione del bordo delle palpebre che procura croste e secrezione giallastra, con squame simili a forfora e spesso dolore; il calazio, l’infiammazione delle ghiandole che producono il sebo nelle palpebre; la dacriocistite, ovvero l’infiammazione del sacco lacrimale, ma anche una più comune dermatite seborroica, causata da un’elevata attività delle ghiandole sebacee e da una moltiplicazione troppo rapida delle cellule cutanee. Anche un semplice orzaiolo, che colpisce le ghiandole di Zeiss situate sulla superficie cutanea sull’orlo della palpebra, può essere accompagnato da cispe oculari. Sulla congiuntiva si può sviluppare anche una pinguecola, formazione degenerativa, non tumorale,che provoca occhi cisposi. Senza dimenticare la già ricordata sindrome dell’occhio secco, disidratazione cronica della congiuntiva e della cornea dovuta a una diminuzione della lacrimazione, che provoca l’irritazione. Infine, di natura più grave, c’è l’ulcera corneale, lesione della superficie oculare trasparente, una vera emergenza medica che va trattata tempestivamente.