Written by 10:20 am Dermatologia

MASD e intertrigine: attenzione a non confondersi

Non si conoscono cifre reali ma si suppone che la problematica sia piuttosto diffusa. Tra le cause anche un’assistenza errata

Immaginate che nel vostro ambulatorio venga portato alla vostra attenzione un bambino che presenta sintomi simili a quelli della dermatite atopica o della psoriasi: tessuti cutanei che appaiono desquamati, pelle lacerata o macerata che può provocare fastidio e prurito. Da un esame visivo, però, vi rendete conto che le uniche zone del corpo colpite sono quelle in cui i tessuti cutanei entrano in contatto tra loro, come le ascelle o le dita. Quasi sicuramente penserete di trovarvi davanti a un caso di intertrigine. Conosciuta anche come dermatite intertriginosa, questa patologia fa parte, insieme alla dermatite associata all’incontinenza (IAD), alla dermatite perilesionale e alla dermatite peristomale, del gruppo delle cosiddette MASD, acronimo che sta a indicare “Moisture Associated Skin Damage”, ossia “danno cutaneo associato all’umidità”. L’interesse verso questo tipo di affezioni è cresciuto significativamente negli ultimi anni, sia come problema clinico (recentemente sono state codificate all’interno dell’ICD-111 – International Classification of Diseases – nella sezione EK02 “dermatite irritante da contatto”), sia come problematica assistenziale in quanto possono essere provocate da interventi di nursing, tanto che è stato proposto l’inserimento della prevalenza e incidenza di dermatiti da incontinenza e di intertrigine tra i Nursing Sensitive Outcomes (NSO). Come si evince dal nome, le MASD comprendono diverse forme di dermatite provocate dall’esposizione della pelle a varie fonti di umidità. A scatenare l’irritazione, solitamente, è la combinazione tra la frizione e l’umidità intrappolata tra le pliche cutanee che può provocare diversi danni: dall’eritema alla desquamazione, dall’erosione alla macerazione “complicandosi fino a una perdita sia epidermica che dermica, creando anche ferite a spessore parziale, fissurazioni dolorose, ragadi, vesciche e pustole spesso molto maleodoranti, soprattutto se vi è sovrapposizione infettiva batterica e/o fungina” (Metin et al, 2018; Sibbald et al, 2013, Black et al. 2011, Voegeli 2020). Può colpire a qualsiasi età: i neonati e i bambini sono inclini a svilupparla a causa delle loro posture e della bava salivare. Negli adulti, invece, fattori predisponenti sono costituiti da obesità, iperidrosi, atopia, diabete mellito tipo 2, deficit immunitari e nutrizionali, disturbi a carico delle ghiandole sudoripare, pelle in eccesso (per esempio a seguito di un intervento bariatrico), incontinenza e alcune abitudini igienico comportamentali, come la scarsa igiene o l’utilizzo di abiti aderenti e calzature chiuse poco traspiranti. Per quanto riguarda le zone corporee più colpite, nei bambini si manifesta principalemente nelle pieghe del collo, sotto le braccia, nella zona del pannolino (inizialmente nella zona anale e successivamente tra i glutei, nelle pieghe inguinali, delle cosce e delle ginocchia). Nei soggetti più grandi è frequente, invece, nella piega inframammaria, nella fessura interglutea, negli spazi interdigitali delle mani o dei piedi, a livello ascellare e inguinale, ombelicale, perianale; meno comune sulle palpebre e nella regione retro auricolare (Janniger et al. 2005, Black et al. 2011 Kalra et al, 2014; Metin et al, 2018). Ma come si può essere certi ditrovarsi di fronte a un’interitrigine? La diagnosi è clinica e si basa sull’anamnesi. Come detto, però, la sintomatologia potrebbe indurre in errore e quindi risulta necessario porre diagnosi differenziale con alcune condizioni infiammatorie come la psoriasi e la dermatite atopica così come la dermatite associata all’incontinenza (che si manifesta nelle pieghe cutanee esposte all’urina o alle feci). La cute colpita da intertrigine è soggetta a infezioni da Staphylococcus aureus, Pseudomonas Aeruginosa, Candida Albicans e altri batteri antibiotico resistenti. Proprio per questo, onde escludere un’infezione secondaria, può essere necessario eseguire un esame microscopico dei raschiamenti della cute. A volte i raschiamenti, qualora fosse presente l’infezione, possono essere sottoposti a coltura per identificare con sicurezza se a causarla siano stati dei batteri o dei lieviti. Passando alla terapia, va sottolineato come a differenza delle altre MASD, l’intertrigine sia quella che presenta maggiori sfide cliniche in quanto manca una solida base di prove per guidare la pratica. Basti pensare, del resto, che pur essendo ritenuta una patologia molto diffusa mancano dati sulla sua reale incidenza mentre invece si trovano diverse rilevazioni statistiche sui setting di cura e sulle alle aree geografiche in cui è maggiormente presente. Questi studi hanno per esempio portato a suggerire un’associazione tra la presenza di intertrigine e la possibilità/capacità di mantenere una corretta igiene. Così come ha evidenziato, come confermano uno studio europeo e uno specifico condotto nei Paesi Bassi, che tra gli adulti a esserne più colpiti siano pazienti ospedalieri, residenti delle case di riposo,e soggetti anziani in assistenza domiciliare (20% e 10%). Tornando alla cura, quasi sempre essa, in assenza di infezioni, si basa sulla prescrizione di formulazioni atte a mantenere la cute asciutta, come la soluzione di Burow o antitraspiranti da banco contenenti cloruro di alluminio al 20% (meglio in polvere) per mantenere l’area asciutta e prevenire irritazioni. Si suggerisce, inoltre, di ripristinare e mantenere la cute integra e sana, riducendo al minimo lo sfregamento e l’attrito cutaneo, rimuovendo eventuali sostanze irritanti dalla cute e limitando la vicinanza con eventuali fonti di umidità. Per questo è fondamentale istruire i pazienti sulla gestione delle pieghe cutanee e degli spazi interdigitali, consigliando l’utilizzo di detergenti senza risciacquo, a pH bilanciato, o con sostituti del sapone a base di emollienti, tamponando e mantenendo le aree sempre asciutte (Metin et al, 2018). Consigliabile anche indossare indumenti di supporto (reggiseno nelle adolescenti) in combinazione con indumenti leggeri e larghi di tessuti naturali, evitando quelli sintetici non traspiranti, ma anche scarpe aperte (non nel caso il paziente sia anche diabetico). Sono poi consigliabili formulazioni atte a ridurre i sintomi associati quali prurito dolore/bruciore e cattivo odore. Se invece si riscontra la presenza di batteri o lieviti, allora si possono prescrivere lozioni antibatteriche o creme antimicotiche.

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Tag:, , , , Last modified: Dicembre 7, 2023
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