Sempre più studi confermano come la colazione sia un pasto la cui importanza viene spesso sottovalutata
Sveglia e caffè, barba e bidet, presto che perdo il tram… Con questo ritornello un indimenticabile Paolo Villaggio ritraeva più di 40 anni fa la frettolosa routine mattutina di Fantozzi, il ragioniere più famoso d’Italia. Una routine in cui – forse oggi più di allora – si riconosce una parte della popolazione italiana abituata a dedicare pochissimo tempo a quello che dovrebbe essere il pasto più importante della giornata: la prima colazione del mattino, spesso ridotta a un caffè al volo. Sempre più studi confermano che l’abitudine di fare una colazione poco nutriente è deleteria per la salute, in quanto contraria ad alcuni basilari principi di buona alimentazione. Questo è molto più impattante nel caso dei più piccoli: secondo i dati dell’Istituto Superiore della Sanità, 1 bambino su 10 salta la colazione e 1 su 3 consuma un pasto non adeguato o troppo veloce. “Per i bambini – spiega il Dott. Giuseppe Morino, Pediatra Dietologo dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – il salto della colazione è dovuto alla mancanza di appetito al mattino o alla fretta. Quando non si avverte fame al risveglio, il motivo va ricercato in una cena poco equilibrata o consumata troppo tardi, oppure in un sonno scarso e di pessima qualità. Il rimedio che i genitori possono adottare in questi casi è di proporre ai propri figli una cena sana e mandarli a dormire a un orario adeguato alla loro età”. I bambini che saltano la prima colazione, inoltre, sono maggiormente esposti al rischio di carenza di vitamine, e possono andare incontro ad altre conseguenze che si manifestano su corpo e mente quali l’aumento di peso e irascibilità. Gli effetti, a breve e lungo termine, di questa abitudine scorretta sono molteplici: possono infatti avere un impatto negativo sulla resa scolastica, ma anche aumentare la fame per la merenda di metà mattino, portando il bambino o la bambina a esagerare nell’apporto di carboidrati. Saltare la colazione sembrerebbe inoltre un fattore che influenza il livello di colesterolo e trigliceridi, che secondo diversi studi scientifici sono appunto più alti in chi decide di non mangiare di primo mattino. Una recente meta analisi (basata su 9 studi di coorte), ha confermato che saltare la colazione aumenta il rischio di sovrappeso/obesità: allungandosi il tempo di digiuno (notturno), aumenta anche la concentrazione di grelina che si viene a formare, ossia dell’ormone peptidico che stimola la fame. Un ulteriore studio ha registrato tra gli effetti oltre l’aumento della sensazione di fame anche la riduzione di quella di sazietà, unitamente a livelli più elevati di insulina e acidi grassi liberi dopo pranzo. “Fare colazione – conferma il Dott. Morino – è utile per regolare l’appetito e può migliorare la risposta alla glicemia e aumentare la sensibilità all’insulina nel pasto successivo”. L’Istituto Superiore di Sanità a sua volta sottolinea, attraverso i suoi numerosi studi, che l’abitudine di saltare la prima colazione da bambini può protrarsi anche in età adulta: infatti, è durante l’infanzia che si costruiscono le principali abitudini che sarà difficile modificare nel tempo. “Per stimolare i bambini a fare colazione ogni giorno – consiglia Morino – è allora importante consigliare di farla diventare un pasto vissuto in famiglia. Sedersi al mattino tutti insieme, quando è possibile; apparecchiare una bella tavola imbandita e colorata; variare il menù mattutino in base ai gusti di tutti i componenti del nucleo familiare, preferendo pane, cereali o prodotti da forno, biscotti o fette biscottate, con miele, marmellata o crema spalmabile al cacao e nocciole; abbinando latte, yogurt oppure bevande a base vegetale. Per gli amanti del salato, anche ricotta, uova o affettati magri”. Con buona pace di chi al mattino fa tutto di corsa, la raccomandazione è dunque quella di dedicare un tempo adeguato alla preparazione e al consumo della prima colazione, senza dimenticare che tale pasto dovrà coprire il 20% dell’apporto calorico giornaliero. Si tratta dunque al pari di pranzo e cena, di un pasto a tutti gli effetti: saltarla vuol dire rinunciare a uno dei momenti cardine del nostro piano alimentare giornaliero… e partire in riserva.