Numerosi fattori contribuiscono all’insorgere delle otiti e prima di stabilire la terapia è fondamentale l’anamnesi
del Dott. Pietro Gagliardi, Medico Chirurgo, Specialista in Otorinolaringoiatria, Dirg. Medico di I livello, Ospedale Giuseppe Moscati, Aversa (CE)
Le manifestazioni flogistico catarrali recidivanti delle alte vie respiratorie, nei bambini rappresentano un momento topico importante nella evoluzione di alcuni quadri clinici che colpiscono il comparto dell’orecchio medio. Queste problematiche sono da ricollegare agli stretti rapporti anatomici che la tuba uditiva o tromba di Eustachio presenta con la regione retronasale. Infatti, la posizione della tuba uditiva si trova in una regione del rinofaringe che è in rapporto anteriormente e in alto con le coane nasofaringee, ed è sede di tessuto linfatico rinofaringeo che tutti conosciamo come tessuto adenoidi, che assieme alla tonsilla palatina e a quella linguale fanno parte dell’anello linfatico del Waldayer. Occorre tener presente che la mucosa che riveste l’interno la tuba è di tipo respiratorio, pertanto le malattie come le riniti e anche le faringiti possono estendersi con molta facilità alla tuba di Eustachio. Quest’ultima risente molto delle malattie ipertrofiche del rinofaringe e tra queste, l’affezione più comune è l’ipertrofia adenoidea. Nei primi anni di vita tale regione può essere sede di manifestazioni catarrali di natura virale e/o batterica, queste ultime prevalenti nella età scolare, allergiche, e da ipertrofia del tessuto adenoideo che possono produrre fenomeni disventilatori della tuba uditiva e colo di muco-nasale. Essendo l’orecchio medio in diretto collegamento con le vie aereo-digestive superiori (VADS), e non essendo un’anatomia a compartimenti stagni, si comprende che ogni fenomeno che colpisce tali regioni anatomiche, implica una compartecipazione dell’orecchio medio, che attraverso la tuba uditiva drena secrezioni. Da un punto di vista funzionale, di fatto la tuba uditiva, ha il compito di drenare nella faringe le secrezioni del cavo del timpano e di permettere la penetrazione dell’aria, dalla faringe nel cavo del timpano e nelle cavità mastoidee. Questa seconda funzione permette alla membrana del timpano di vibrare in condizioni ottimali: infatti, l’aria che dalla faringe penetra per mezzo della tuba uditiva nel cavo del timpano, equilibra, sulla faccia mediale della membrana timpanica, la pressione che l’aria contenuta nel meato acustico esterno esercita sulla faccia laterale. Un’alterazione della pervietà tubarica provoca perciò alterazioni della pressione normalmente esistente nel cavo del timpano, con il conseguente difettoso funzionamento della membrana del timpano e del sistema di trasmissione. Nei bambini il quadro clinico prevalente è, per quanto detto sopra, l’Otite medio effusiva, conosciuta anche come Otite catarrale, Otite tubarica e Otite sierosa, viene distinta in base al tipo di essudato liquido che nelle forme croniche può diventare particolarmente denso, simile alla colla, in inglese Glue Ear. L’otite media catarrale con essudato è una delle condizioni più frequente nei bambini. Interessa l’orecchio medio ma non è accompagnata da infiammazione, e quindi dolore, ma soltanto liquido essudato. Il principale sintomo è pertanto una riduzione della capacità uditiva. In genere, la causa dell’otite catarrale è da ricercare in una precedente otite che non è guarita e che ha lasciato la presenza di catarro che impedisce al timpano di muoversi in modo tale da trasmettere correttamente i suoni. Il catarro può rimanere accumulato lì anche per settimane e mesi, senza comportare particolari complicazioni se non quella che il bambino sente di meno. Se questo stadio d’evoluzione della malattia non viene riconosciuto e trattato per tempo, cristalli salini iniziano a precipitare all’interno della secrezione creando delle placche calcaree che, progressivamente, aggrovigliano la catena ossiculare e la membrana timpanica come in una colata di gesso. Questo è il quadro che prende il nome di timpanosclerosi, che rappresenta la temuta evoluzione finale dell’otite sieromucosa dei più piccoli. I cristalli di calcio si depositano sulle strutture dell’orecchio medio bloccando progressivamente e in maniera irreversibile la meccanica degli ossicini.
Cosa accade quando la meccanica dell’orecchio si blocca?
Le manifestazioni più comuni della presenza di catarro nelle orecchie sono: sensazione di pienezza all’interno dell’orecchio; acufeni; riduzione della capacità uditiva; infiammazione con arrossamento; sfaldamento dell’epitelio; fuoruscita di siero. (in foto Timpano normale)
In particolare c’è da chiedersi se il bambino abbia del catarro nell’orecchio laddove presenti comportamenti come: parla più forte del solito; ha difficoltà a sentire gli altri parlare a volumi normali; non riesce a sentire rumori da lontano; chiede alle persone di ripetersi; alza il volume sui dispositivi elettronici; si lamenta di ronzii nelle orecchie. Anche se l’otite media può insorgere a qualsiasi età, è più comune nella fascia pediatrica tanto che nella stagione invernale, circa il 30% dei bambini che frequentano la scuola materna, soffrono di otite effusiva che si protrae per diversi mesi. È allora imprescindibile una visita dallo specialista per determinare l’entità del problema che lamenta il bambino, perché se sottovalutato e non individuato in tempo, potrebbe compromettere il suo percorso di apprendimento. Fondamentale è la prevenzione che passa attraverso un primo step di tipo osservazionale. Sia in famiglia che a scuola, è necessario prestare attenzione a quei bambini che hanno otiti recidivanti, attenzione ridotta, disturbi del linguaggio e spesso fenomeni catarrali. Anche se la perdita dell’udito avviene nelle orecchie, infatti, l’effetto reale è nel cervello; tutto questo si può tradurre in un mancato impegno scolastico fino al deficit dell’apprendimento nei casi più gravi. Ovviamente nella fattispecie stiamo parlando di deficit uditivi temporanei “ipoacusie trasmissive”, che in genere, si risolvono brillantemente ma che non vanno sottovalutate e vanno sottoposte comunque a screening uditivo con test audiometrico ed esame impedenzometrico. Per quanto riguarda le ipoacusie neurosensoriali (cioè un malfunzionamento dell’apparato auditivo causato da un problema alla coclea o al nervo acustico), congenite e quelle progressive, attualmente, per permettere a chi soffre di questo problema di ricevere cure tempestive, nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), è stata disposta l’introduzione in tutto il territorio nazionale dello screening neonatale per la sordità congenita.