I grani di miglio solitamente spariscono col tempo ma se non succede esistono diversi trattamenti efficaci…
I grani di miglio sono delle piccole formazioni cistiche cheratinizzate molto superficiali, di colore bianco o giallastro e di aspetto opaco, così definite per la somiglianza con il miglio, una pianta graminacea molto diffusa. Sono rotondeggianti, sporgenti a localizzazione sub-epidermica e della grandezza di una testa di spillo del diametro di 1 – 2 mm. I grani di miglio sono comuni in tutte le fasi della vita, possono essere localizzati sul viso, come in epoca neonatale, o formarsi in seguito a trauma o a patologie bollose, in quest’ultimo caso sono secondari e la loro sede è la stessa della dermatosi. Nell’adolescente o nell’adulto i grani di miglio si formano per ostruzione del follicolo dei peli lanuginosi o per metaplasia epidermoide delle sue strutture. Sono generalmente multipli, contengono cheratina e si osservano più spesso nella donna, in genere sul viso dove si possono localizzare nelle aree cutanee che presentano follicoli del pelo vello, e in particolare sulle guance e sulle palpebre. Nelle giovani donne in genere non superano di numero la decina e a volte si presentano in forma eruttiva, spesso dopo i bagni di mare. Il miglio può insorgere sulla pelle del viso del neonato sotto forma di numerosi punti bianchi, forse per una cheratinizzazione transitoria su base ormonale, non è necessario alcun trattamento in quanto generalmente scompaiono in poche settimane. Il miglio origina da cellule pluripotenti localizzate nell’epitelio epidermico o degli annessi, sia de novo, sia in associazione con patologie caratterizzate da bolle sub-epidermiche o da vescicole, come il pemfigoide, il lichen planus bolloso, l’epidermolisi bollosa e la porfiria cutanea tarda; oppure in seguito a traumi come le abrasioni, le dermoabrasioni e le ustioni. Il milium quando è secondario può insorgere anche su cicatrici, e in seguito a un processo riparativo epidermico, o a eccessiva esposizione a raggi UV, o anche all’uso di sostanze o di un trucco troppo coprente con notevole effetto occlusivo. Quando il milium si manifesta nel corso di dermatosi bollose i granuli sono disseminati casualmente nell’area affetta. La loro formazione dipende, o dall’ostruzione del follicolo che segue la lesione, o dalla ritenzione e dalla metaplasia epidermoide dei dotti escretori ghiandolari alterati dal processo bolloso o cicatriziale. Istologicamente nella maggior parte dei casi il miglio del viso è localizzato all’interno del colletto sebaceo indifferenziato che cinge molti follicoli del pelo vello. Il milio bianco del corpo è composto da cheratina lamellare. I grani di miglio oltre che post-traumatici possono essere iatrogeni e comparire nelle zone di atrofia cutanea indotte dall’applicazione cronica di corticosteroidi. La distruzione degli annessi cutanei, che segue la radioterapia, può favorire anch’essa la comparsa di lesioni simili ai grani di miglio disposte a raggiera intorno all’area cutanea trattata. A differenza dell’età neonatale, in cui non occorre trattare i grani di miglio in quanto tendono a scomparire spontaneamente, nell’adulto persistono per lungo tempo. Per eliminare il milio senza lasciare un esito cicatriziale si può aprire il “tetto” del granulo, sotto lente di ingrandimento, con un ago sterile o con la punta della lama da bisturi, per poi spremere all’esterno la piccola cisti. In alcuni casi è efficace un ciclo di peeling chimici a base di alfa e beta-idrossiacidi eseguiti dal dermatologo. A questo trattamento si può associare l’impiego domiciliare di creme ad azione cheratolitica contenenti acido glicolico o acido salicilico, con azione sinergica nell’eliminare questo inestetismo cutaneo, favorendo la fuoriuscita dei granuli verso l’esterno. è però preferibile evitare sostanze troppo abrasive che potrebbero non sortire l’effetto desiderato e peggiorare la situazione, causando un’eccessiva irritazione della pelle. L’acido retinoico per uso topico, applicato sulla cute per un certo periodo, in alcuni casi può essere indicato per eliminare i grani di miglio, grazie alla sua capacità di accelerare il ricambio cellulare. Questo trattamento può essere valido per la regione zigomatica, ma è sconsigliato in sede palpebrale per il rischio di irritazione.