Anomalie del piede: un caso di dita sottoaddotte

Una esperta podologa ci parla del caso di un paziente con una rara anomalia del piede e spiega come l’ha risolta

della Dott.ssa Cinzia Tatufo, Podologa e Cosmetologa, Colleferro (RM)

Le malformazioni congenite delle dita dei piedi (e anche delle mani) si verificano a livello uterino durante lo sviluppo fetale e possono interessare la struttura ossea, quella cutanea o quella muscolare. Una delle cause più frequenti di tali anomalie può essere legata a fattori genetici (uno dei due genitori o familiari possono mostrare tali malformazioni) o essere determinata dalla sindrome da banda amniotica, con i loro sviluppo dovuto a costrizione fisica di mani e/o piedi da parte di fasci di tessuto appartenenti al sacco amniotico. Per una spiegazione esaustiva, bisogna ricorrere a ricordi di embriologia. La membrana amniotica è un tessuto di origine placentare e in contiguità al corion, rappresenta lo strato più interno del sacco amniotico che circonda l’embrione e, successivamente, il feto. Si tratta di una membrana traslucida composta da tre strati principali: un epitelio, una membrana basale e un mesenchima non vascolarizzato, per uno spessore variabile da 0,02 mm a 0,05 mm, a seconda delle gestanti e delle diverse regioni del sacco. Non contiene nervi, muscoli né vasi linfatici e viene nutrita e ossigenata direttamente dal liquido amniotico e dai vasi di superficie fetali. La sua funzione fondamentale è quella di supportare lo sviluppo dell’embrione fornendo una protezione contro le infezioni e contro la pressione delle strutture circostanti. In sintesi rappresenta una barriera biologica naturale ma talvolta, alcuni dei fasci di fibre che la costituiscono determinano una costrizione fisica di alcune regioni anatomiche con relative malformazioni, spesso a livello dei piedi o delle mani. In passato, la prassi era quella di non intervenire su tali patologie, oggi invece il trattamento medico, che sia esso di tipo sanitario o chirurgico, viene fortemente consigliato ai genitori. Negli anni infatti è stato valutato come risulti necessario e fondamentale l’intervento correttivo, al fine di prevenire problematiche future. Il piede è dotato, infatti, di una struttura fisiologica, anatomica e strutturale che gli consente di mantenere la stazione eretta, di muoversi nello spazio, di essere il cuore periferico e un organo di senso. Esso svolge, insomma, funzioni fondamentali per l’intero organismo e qualsiasi alterazione fisiologica e strutturale che lo coinvolge, quindi, comporta possibili complicacazioni funzionali. Un’alterazione strutturale delle dita nell’arto inferiore, in particolar modo, determina una deambulazione errata, che finisce col riflettersi e ripercuotersi sull’intero organismo, comportando nel medio e lungo periodo problematiche posturali ma soprattutto algie e altre patologie, sia locali che in distretti corporei distanti. Non ultime, problemi dermatologici cutanei e alle lamine ungueali delle dite interessate. Fra le malformazioni più frequenti che possono verificarsi alla nascita, la prima è senza dubbio la polidattilia, che si caratterizza per la presenza di una o più dita sovrannumerarie nelle mani e/o nei piedi. Generalmente la duplicazione, a livello dei piedi, coinvolge le dita esterne: il quinto dito o l’alluce. Il dito supplementare può essere colpito da una polidattilia completa (che coinvolge ossa, articolazioni, capillari, fibre nervose e cute) o da una polidattilia incompleta (limitata al solo tessuto cutaneo). In questo caso la correzione è esclusivamente di tipo chirurgico. Altra malformazione che può presentarsi è la sindattilia che è generalmente caratterizzata dalla fusione di due dita delle mani o dei piedi. Quest’ultima può essere semplice, dove solo i tessuti cutanei sono uniti, oppure complessa, dove anche le ossa, oltre ai tessuti cutanei, sono unite: con tutte e tre le falangi è una sindattilia completa, se solo la prima e/o la seconda falange è una sindattilia parziale. Anche in questo caso la correzione è esclusivamente di tipo chirurgico. Entrambe le malformazioni sono diagnosticabili ecograficamente in gravidanza e alla nascita tramite radiografie, ecografie o risonanza magnetica, per stabilire quali le ossa e i tessuti interessati. Le dita sovraddotte o sottoaddotte si presentano quando due o più dita del piede non sono allineate sul piano frontale, sottostanti o sovrastanti la linea fisiologica delle dita. In questi casi la muscolatura e le articolazioni del piede hanno subito uno stress durante la vita fetale e, di conseguenza, va migliorata la tensione muscolare e dei legamenti, e la funzionalità articolare falangea e metatarso-falangea. Sconsigliato qualsiasi trattamento terapeutico, è un errore. In età pediatriche il nostro apparato muscolo-scheletrico, infatti, è in fase di accrescimento e quindi, tali malformazioni, possono essere trattate con metodi terapeutici incruenti e ortesici, come l’applicazione di un cerottaggio alla nascita, o un bendaggio che unisce il dito sovraddotto o sottoaddotto al dito adiacente, per consentirgli il giusto posizionamento. I genitori possono essere istruiti in modo da provvedere, loro stessi in piena autonomia, a riapplicare le bende giornalmente. In età pediatrica invece si può intervenire con trattamenti ortesiologici su misura. In questo modo si avrà una correzione definitiva della patologia e non una compensazione (come avviene invece in età adulta), prevenendo così probabili problematiche alla deambulazione, di postura, di appoggio plantare e del ciclo del passo, ma anche ipercheratosi e/o ulcere e dolori cronici. Recentemente alla mia attenzione è giunto un piccolo paziente di appena sette anni. Il bambino, presentava un evidente caso di dita sottoaddotte e, in partticolare, a trovarsi sopra la linea fisiologica delle dita era il terzo dito bilaterale del piede. Dalla anamnesi ho appreso che si trattava di una malformazione congenita presente fin dalla nascita e mai trattata. Tra i problemi principali insorti negli anni nel bambino e riferibili alla malformazione sotto osservazione, il più importante riguardava l’alterazione del ciclo del passo che, come ampiamente prevedibile, comportava come conseguenza un fastidioso dolore persistente agli arti inferiori, da cui conseguiva quella che viene normalmente definita deambulazione antalgica. In pratica, la fase di appoggio dell’arto interessato provoca inevitabilmente dolore o il riacutizzarsi dello stesso, e perciò il soggetto è riluttante se non impossibilitato ad appoggiare il piede, evitando quindi di correre e giocare con gli altri bambini. Per la correzione è bastata l’applicazione di un’ortoplasia su misura in silicone, con shore 22 e 35, che ha corretto il problema e, di conseguenza il ciclo del passo. Il che ha permesso al bambino di vivere una vita di relazione normale.