Scorrendo gli almanacchi si scopre che esiste un protettore per ogni disciplina medica. E per la pediatria?
Esiste un santo protettore della pediatria e dei pediatri? Noi abbiamo provato a consultare calendari o internet, e abbiamo scoperto che esistono figure di religiosi che il cristianesimo ha associato praticamente a tutte le specializzazioni mediche esistenti ma non siamo riusciti a trovarne alcuna legata a chi si occupa della cura dei bambini. Esistono invece santi da invocare per tante malattie, anche pediatriche.Se si vuole pregare per la salute di un bambino vanno invocati i santi: Antonio da Padova, Farailde, Filippo di Zell, Innocenti, Massimo di Riez, Nicola vescovo, Nicola da Tolentino, Otmaro e Ugo di Lincoln. Se invece si vuole chiedere l’aiuto divino per fare in modo che il piccolo che tarda a camminare lo faccia più velocemente, ci rivolgerà a Dogmael, Ursmaro e Vedasto. E l’elenco potrebbe continuare per pagine e pagine. Non per niente i testi canonici in proposito sono numerosi così come i calendari ecclesiastici. Alcuni santi hanno una specialità multipla: è il caso di Farailde che si può invocare in caso di mal di denti, ma a fare miracoli odontoiatrici sono anche le le preghiere ad Apollonia, Ceraunio, Engelmondo ed Osmund. Niente a che vedere, però, con la protezione offerta agli odontoiatri da Santa Apollonia e, più in generale, a chi soffre di mal di denti. Era il 249 dopo Cristo quando durante una sommossa anticristiana nella città di Alessandria, la povera Apollonia fu catturata da alcuni facinorosi che la colpirono in volto fino a farle cadere tutti i denti. Successivamente gli stessi minacciarono di arderla viva se non avesse pronunciato delle frasi empie contro Dio. Ed è qui che la futura Santa decise di immolarsi, sfuggendo alla morsa dei suoi carcerireri, gettandosi di sua sponte nel rogo che era stato preparato per lei. A spingere i padri della chiesa a scegliere quale santo associare a una malattia o a una professione medica è quasi sempre un episodio della vita del santo. La storiografia cristiana racconta che Santa Barbara fosse di origine egiziana e che visse tra il III e il IV secolo dopo Cristo. Pare si trattasse di una donna di un’avvenenza tale da costringere i suoi genitori a rinchiuderla in una torre per non indurre in tentazioni gli uomini della sua città. Come era usanza all’epoca, la fanciulla era stata promessa in sposa fin da tenera età. Ebbene, dopo un incendio improvviso della sua prigione, dalla quale uscì miracolosamente illesa, il suo martirio ebbe inizio con il suo rifiutò di sposarsi. Il padre, deluso, la consegnò ai magistrati, i quali per convincerla a tenere fede al contratto matrimoniale, iniziarono a torturarla senza pietà. Ed è proprio durante le punizioni inflitte dai suoi carcerieri che iniziarono a verificarsi degli episodi “magici”: fruste che si trasformavano in piume di pavone, vestiti che apparivano all’improvviso sulla sua pelle quando per umiliarla i suoi carnefici decisero di esporla nuda in strada. Alla fine, fu suo padre a mettere fine alle sue sofferenze, decapitandola di suo pugno. In quello stesso momento un fulmine si scagliò su di lui incenerendolo all’istante. Da allora Santa Barbara venne denominata “signora del fulmine”, ed è stata accostata alle Forze Armate divenendo, in tempi più moderni, protettrice dell’Artiglieria, della Marina Militare, dei Vigli del Fuoco, del Genio. Se questa è la sua storia, resta da spiegare perché è a questa santa che bisogna rivolgersi quando si hanno malattie della lingua. Più semplice è la spiegazione del perché si lega la figura di Sant’Antonio alla cura dell’omonimo fuoco che colpisce la pelle, ossia l’Herpes Zoster. Il Santo, raffigurato spesso con accanto una fiamma e un maialino, è infatti ritenuto capace di esercitare un particolare potere sugli incendi , quindi, probabilmente, è stato il principio di “affinità” che ha influito sull’accoppiamento. Sant’Aspreno è oggi invocato per guarire dal mal di testa.Anche la sua storia è particolare, non essendo il vero artefice di un’azione miracolosa bensì colui che ne ricevette i benefici. Tutto ebbe inizio durante il viaggio di San Pietro verso Roma. Si narra che quello che sarebbe poi diventato il primo Papa della storia, facesse tappa a Pozzuoli dove rimase qualche tempo per predicare la parola di Cristo. Qui ricevette la visita di una donna che gli promise che si sarebbe convertita se lui l’avesse guarita dal mal di testa di cui soffriva. San Pietro compì il miracolo e la donna, grata, gi chiese di ripetere il miracolo sul fratello Aspreno, appunto, che soffriva del medesimo male. Detto fatto e Aspreno non solo cambiò religione ma addirittura condusse una vita ad essa dedicata tanto da diventare vescovo e poi santo. Più macabra la storia di Santa Emerenziana, cui rivolgersi se si ha qualche patologia all’intestino. Erano i tempi delle persecuzioni ai cristiani perpetrate dall’imperatore romano Diocleziano. Durante i funerali di Santa Agnese, sua cara amica e anch’essa vittima di torture e martirio, una folla di pagani si scagliò contro il suo corteo funebre. Scapparono tutti tranne Emerenziana, che si schierò da sola contro la moltitudine inferocita, che la picchiò, la lapidò e le squarciò il ventre scoprendone gli intestini. Qualche anno fa, i tricologi hanno sceltto Santa Agnese come loro protettrice, visto che ogni volta che i torturatori le tagliavano i capelli la chioma ricresceva ancora più folta. Quella riportata è solo una piccola selezione tra le tante e affascinanti storie dei santi, cinque dei quali proteggono i medici generici: Santi Cosma, San Pantaleone, San Luca Evangelista, l’Arcangelo Raffaele, San Mama di Cesarea di Cappadocia. San Biagio da Sebaste si prende cura degli otorinolaringoiatri, San Damiano dei farmacisti. Una riflessione è d’obbligo. Identificare una figura dai poteri sopranaturali cui chiedere aiuto è un bisogno intimo e atavico dell’uomo, e non importa se in questo processo si coinvolge la medicina, di un’aura di misticismo. Come a dire: mi fido della scienza e del mio medico ma se qualcuno, da lassù, ne guida la mano e ne ispira le azioni, perché negare che mi sento più protetto.