Le arachidi hanno valori nutrizionali interessanti e l’olio che se ne ricava è simile a quello d’oliva ma attenti alle allergie
A Super Pippo, eroe fumettistico appartenente alla famiglia Disney, bastava ingerirne una sola per sviluppare super poteri e poter goffamente librarsi nel cielo di topolinia. Stiamo naturalmente parlando delle noccioline. Conosciute da noi anche con nomi quali noccioline americane (in riferimento alla loro provenienza), spagnolette o scachetti, questi celebri legumi, perché di questo si tratta, furono importati in Europa per la prima volta da Cristoforo Colombo, che le riportò con sé all’indomani della scoperta del Nuovo Mondo. Da quel momento, le noccioline entrano a far parte della cucina europea, finendo sulle nostre tavole in una varietà di modi che vanno dal dolce al salato. Ma da dove proviene l’arachide? È l’Arachis Hypogea, pianta erbacea appartenente, come accennato, alla famiglia delle leguminose, a produrre un frutto che si sviluppa sottoterra generando questo seme circondato da guscio. Sebbene ritenute in origine provenenti dal Brasile, oggi sono gli Stati Uniti i maggiori produttori di arachidi, vantandone un consumo annuale procapite di circa 3,5 kg, contro 1 kg del consumatore europeo. Tra gli altri produttori troviamo anche Argentina, Cina, India, Senegal, Sud Africa e Vietnam. Delle circa 450.000 tonnellate di arachidi importate ogni anno in Europa, più della metà vengono messe sul mercato sotto forma di snack, circa un quarto sono utilizzate per produrre burro di arachidi, mentre la restante parte trova altre destinazioni come prodotti di panetteria. Nel nostro Paese si preferisce quindi consumare le arachidi intere: vendute all’interno del guscio o già tostate, salate o zuccherate, per accompagnare gli aperitivi. Il prodotto che le ha rese famose a livello globale e nell’immaginario collettivo, è però il burro di arachidi: sembra sia stato George A. Bayle jr, farmacista americano, a inventarlo nel 1890 come alimento altamente proteico ed economicamente accessibile che potesse sostituire la carne; da allora il vero “peanut butter” è quello prodotto negli Stati Uniti secondo la ricetta tradizionale, contenente almeno il 90% di arachidi rigorosamente coltivate in America a cui, dopo averle tostate e macinate, si aggiungono piccole quantità di zucchero e oli vegetali. Ma le arachidi fanno bene alla salute? Pur essendo un legume, le noccioline hanno un profilo chimico-nutrizionale molto più simile a quello degli acheni e vengono collocate anche nella categoria alimentare della frutta secca. In quanto alimento ipercalorico e ad alto contenuto di lipidi, un uso eccessivo può risultare dannoso per la salute, specialmente per quanti soffrono di problemi cardiovascolari, mentre nei casi di debilitazione o nella dieta degli sportivi questo tipo di alimento può rivelarsi molto appropriato. Naturalmente povera di sodio, l’arachide risulta inoltre ricca di antiossidanti, come l’acido oleico. L’oilio che se ne ricava è molto pregiato ed è tra gli oli di semi, quello che più di ogni altro si avvicina all’olio di oliva, e si presta quindi a essere largamente utilizzato in cucina per le fritture, o per la produzione industriale di margarina e maionese. L’olio di arachide può essere anche prodotto di bellezza: ricco d vitamina E, lo ritroviamo infatti in saponi e altri detergenti, oppure in creme per il corpo. Grazie alla sua consistenza che lo rende particolarmente adatto all’idratazione della pelle, è il burro a essere impiegato per la cura quotidiana del corpo soprattutto nei mesi freddi, per combattere la secchezza dell’epidermide. L’utilizzo nella cosmesi è tuttavia molto limitato a causa dell’elevato rischio rappresentato dall’allergia alle arachidi, una delle più diffuse in campo alimentare. Per finire parliamo di quando le arachidi causano allergia. Pur essendo poco diffusa da noi, questo tipo di sensibilizzazione colpisce il 3,2% degli abitanti del Regno Unito e l’1,4% dei bambini negli USA. I numeri ne fanno, in Occidente, la terza causa di intolleranza alimentare dopo uova e proteine del latte ma a differenza di queste ultime che in molti casi vengono superate nel corso della vita, perdura per sempre. A scatenare la reazione anomala dell’organismo dopo l’ingestione delle arachidi, sono principlamente due proteine in essa contenute. Di solito i sintomi sono di modesta entità come orticaria, asma e disturbi gastrointestinali ma in alcuni casi, trattandosi di una reazione immuno-mediata, l’allergia può scatenare una vera e propria reazione anafilattica che può indurre anche la morte (sono 200 i bambini che muoiono per questa allergia ogni anno negli USA).