Written by 12:50 pm Dermatologia

Green Chemistry: un approccio eco

Una disciplina scientifica volta alla idenditifcazione di ingredienti che oltre che curare nutrono la pelle

Si sente molto parlare di Green economy ma meno di Green Chemistry? Con questo termine, a cui spesso si preferisce quello di “chimica amica”, si intende la ricerca finalizzata alla creazione di principi cosmetici che sono anche nutrizionali. Si tratta quindi di una branca della chimica cosmetica che fonde insieme empiria, scienza, etica e qualità. Diversi i campi di azione in cui questi ritrovati vengono utilizzati. Sicuramente, negli ultimi anni, a usufruirne di più è stata la filiera cosmetologica dedicata ai prodotti di bellezza. Per averne qualche esempio, basta prendere in considerazione gli ingredienti contenuti nelle formulazioni dei più noti prodotti antiossidanti e anti-infiammatori ad azione anti-aging in commercio.Tra i tanti, il più utilizzato è sicuramente il Resveratrolo (che ha la caratteristica di essere un inibitore, tramite l’attivazione di SIRT-1, delle metalloproteine nei fibroblasti del derma); il Coenzima Q10 (che invece accelera la produzione di componenti fondamentali del derma come per esempio la laminina e il collagene in cheratinociti e fibroblasti); la Proantocianidine da Pino marittimo (le sue molecole si legano selettivamente al collagene e alla elastina proteggendole dalla degradazione tramite una azione antiinfiammatoria e idratante); il gamma – orizanolo (contrasta gli effetti deleteri delle radiazioni UV proteggendo in tal modo la salute della pelle); la Vitamina C (essenziale per sosenere la sintesi collagenica). Per i prodotti rigeneranti la pelle, invece, si utilizzano principalmente: Tripeptidi come la Palmitoyl Oligopeptide (che ha l’effetto di stimolare la sintesi del collagene e delle GAG) e il Palmitoyl Tripeptide-3 (un attivatore della tissue growth factor beta – TGF-beta); Dipeptidi come la Carnosina (che è efficace nella prevenzione dei danni da UVB oltre ad avere un effetto ritardante sulla senescenza fibroblasti) e il Matrixyl (palmitoyl pentapeptide-3, dalle spiccate azioni antiaging in vivo e in vitro paragonabili a quelle dell’acido retinoico e della vitamina C); gli Estratti di gemme come il Ribes nigrum (il quale contiene, tra l’altro, biostimoline, amminoacidi, una buona concetrazione di vitamina C); Fagus sylvatica (che possiede numerosi oligoelementi e ha una composizione in amminoacidi simile alle proteine strutturali del tessuto cutaneo supportandone l’azione tonificante). Infine per preservare e ripristinare l’integrità della barriera lipidica, trovano largo utilizzo ingredienti come: i Polideceni e le vaseline vegetali (che vengono scelte in luogo del paraffinum liquidum); Nuove molecole simil-siliconiche; Olii e burri di derivazione vegetale (come l’olio di borragine, di acai, di argan, di enotera, burro di monoi). Naturalmente, la Green Chemistry non si traduce semplicemente nella selezione di determinati ingredienti da inserire nella formulazione. L’approccio ecodermocompatibile riguarda, naturalmente, anche il veicolo tramite il quale le sostanze colpiscono i punti target sui si prefiggono di intervenire. L’applicazione topica dei lipidi infatti può essere divisa in due approcci. In base al primo, si ricorre a lipidi non fisiologici come i petrolati, la lanolina, etc, che non entrano nel pathway secretorio dei corpi lamellari ma che piuttosto riempiono gli spazi extracellulari dello strato corneo con lipidi idrofobici, che inibiscono gli scambi di acqua ed elettroliti. Il trattamento con questi lipidi non fisiologici può essere molto rapido, ma solo parzialmente ristabilisce la normale permeabilità della barriera lipidica cutanea. Un ulteriore svantaggio nel loro utilizzo è che tali derivati lipidici possono inibire i meccanismi di restauro della fisiologica permeabilità della barriera cutanea. Oppure, nell’altro caso, si possono usare i precursori dei lipidi che sono normalmente presenti nei corpi lamellari (miscele di colesterolo, ceramidi, acidi grassi) che possono, tra l’altro, essere efficaci nel migliorare l’omeostasi della barriera cutanea. Rispetto ai lipidi non fisiologici, di cui sopra, essi vengono trasportati tramite lo strato corneo verso lo strato granuloso dove si mescolano con il pool di lipidi endogeno. In questo caso i veicoli ecodermocompatibili sono Emulsioni liposomali, Emulsioni gel-network, Emulsioni A/O, Emulsioni O/A, Gel (o sieri), maschere. (Ornello Colandrea)

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Tag:, , Last modified: Luglio 25, 2022
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