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Non mi fido: l’allarme di chi usa le tecnologie ma le valuta in maniera critica

Di recente pubblicazione per la casa editrice Headmaster International, “Non mi fido” (Euro 14) è l’ultima fatica letteraria del direttore de La Pelle Baby, Giorgio Bartolomucci. Scritto in una maniera chiara e accattivante, il testo si articola come una lunga riflessione sulle diverse connotazioni del progresso digitale che hanno caratterizzato gli ultimi anni. A emergere, pagina dopo pagina, è un punto di vista inedito rispetto all’assolutistica e entusiastica partecipazione collettiva alla spinta tecnologica che ha permeato ogni aspetto della nostra società. Una descrizione attenta dei cambiamenti che sempre più acriticamente siamo disposti ad accettare per poterci definire più “veloci” e smart. Ma anche una provocatoria interpretazione della presunta parabola discendente intrapresa dall’essere umano a favore dell’Intelligenza Artificiale. E soprattutto un monito sui rischi reali che l’affidarsi alle nuove tecnologie digitali può costituire per ognuno di noi: dal tracciamento geolocalizzato alla condivisione di dati sensibili, sino alle più recenti applicazioni che in luogo di una semplificazione di utilizzo “rubano” di fatto impronte digitali e cornee, ossia gli unici segni distintivi che non possono essere imitati ma solo “copiati”. In questa ottica l’utente diviene un dato, e partecipa inconsapevolmente in un conflitto globale in cui la captazione delle informazioni è il vero obiettivo e in cui la sfida si svolge fra gli Stati ma anche fra i nuovi padroni di un mondo tecnologico distopico, che sta diventando reale.

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Tag:, , Last modified: Maggio 2, 2022
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