Uno studio compara il modo in cui viene trattata l’igiene dei neonati prematuri nelle cliniche italiane e francesi
Sul numero 330 della rivista francese di pediatria Pédiatrie Pratique,(09/2021), è stato pubblicato un interessante studio sulla “Cura della pelle nelle unità di cura di terapia intensiva neonatale in Europa: un’indagine in 70 unità in Francia e in Italia”. Allo studio, che ha come primi autori J.F. Magny e M. F. Goiset dell’Unità di Rianimazione pediatrica e neonatale dell’Ospedale Necker di Parigi, hanno preso parte i dott.ri S. Martinelli e P. Coscia dell’Unità di neonatologia e terapia intensiva neonatale, ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano. Una lettura approfondita mette in evidenza alcune informazioni già note: a partire dall’immaturità della pelle di un neonato a termine, che non viene raggiunta fino all’età di due anni, ai cambiamenti che avvengono nel pH, grado di idratazione, la funzione barriera, l’organizzazione della superficie cutanea, le giunzioni intercellulari e dermoepidermiche, il rinnovamento cellulare e lo spessore totale. Meno noto, invece, è che la pelle del neonato può essere alterata dalla scarsa igiene e cura cutanea perché, nei prematuri, essa è più permeabile ai materiali esogeni, ed è a rischio di traumi, c’è un ritardo nella maturazione della barriera, instabilità termica e infezioni. Queste caratteristiche aumentano il rischio di lesioni cutanee iatrogene nell’unità di terapia intensiva neonatale specie nei neonati pretermine e con basso peso alla nascita, in rapporto all’età gestazionale (GA). Mentre esistono linee guida e protocolli per molte situazioni patologiche incontrate dai neonati pretermine, non ci sono ancora linee guida né raccomandazioni sulla loro igiene. Un questionario sviluppato presso il Necker Hospital di Parigi ha valutato le abitudini igieniche e assistenziali dei neonati prematuri e a termine in terapia intensiva neonatale in Francia e Italia dimostrando l’esistenza di protocolli scritti per l’igiene e la cura dei neonati compilati principalmente da infermieri (85,7%) poi medici (22,9%). Scorrendo i dati, si scopre che meno della metà delle unità di terapia intensiva neonatale aveva protocolli formali da seguire per gli operatori sanitari per l’igiene (48,6%), l’assistenza (21,4%) e il bagno (44,3%) dei neonati. Queste percentuali erano inferiori se le istruzioni per l’igiene erano rivolte ai genitori (18,6%). Per la balneazione, nel 25,7% delle terapie intensive neonatali sono state formalizzate controindicazioni a seconda delle condizioni del bambino e l’umidità relativa utilizzata negli incubatori è stata regolata secondo l’età gestazionale. I risultati hanno indicato che la variabilità tra le unità per l’umidità relativa era del 40-90% a GA < 32 settimane. La frequenza di utilizzo dei prodotti per la pulizia è aumentata in rapporto alla GA. Un lavaggio ospedaliero non sterile è stato effettuato nel 68,6% dei casi, e solo in circa il 15% con un prodotto di lavaggio sterile, monodose, antisettico, una lozione detergente senza risciacquo o salviette. La composizione del detergente è stata annotata sul flacone nella maggior parte dei casi (94,3%). I livelli di conoscenza da parte dei genitori erano più alti in Italia che in Francia rispetto alla composizione del detergente, 27,5% vs 22,5%, e del pH, l’83,3% e l’80%. Il farmacista viene generalmente coinvolto nella scelta del detergente, da solo (30%) o in consultazione con i team di terapia intensiva neonatale (37,1%). Il solo team di terapia intensiva neonatale sceglie il detergente utilizzato nel 14,3% delle unità. Indossare guanti e mascherina per il lavaggio in incubatrice è molto più comune in Italia (guanti: 80% <28 settimane al 73,3% a termine; mascherine: 33,3% <28 settimane al 13,3% a termine) che in Francia (guanti: 0% <28 settimane al 5% a termine; mascherine: 2,5% <28 settimane al 7,5% a termine). Il tempo medio tra la nascita e il primo bagno è complessivamente diminuito con l’aumento dell’età gestionale. L’acqua utilizzata per l’igiene cambia nelle diverse terapie intensive, così come il tipo di soluzione per la pulizia di occhi, naso e bocca. Per asciugare si ricorre a teli da bagno o asciugamani per i neonati a termine (94,3%) e per i neonati di 33-36 settimane (85,7%), mentre compresse sterili o non sterili sono utilizzate in almeno il 20% dei centri. I prodotti per l’igiene più comuni (creme, unguenti, olio) vengono applicati nel 71,4%, meno in Francia (60%) che in Italia (86,7%). La frequenza della pulizia intima varia da 4 a 10 volte al giorno e, in presenza di feci, si ricorre a un detergente più in Italia che in Francia (<28 settimane: 56,7% vs 15%; a termine: 83,3% vs 55%). La crema preventiva per la dermatite da pannolino è applicata in meno del 50% delle Terapie Intensive, più spesso in Italia che in Francia (<28 settimane: 53,3% contro 2,5%; termine: 66, 7% contro 30%). Il coinvolgimento dei genitori nelle procedure di igiene è di circa il 30% dei casi a <28 settimane; 60% a 28-32 settimane e 90% a 33 settimane. Questa indagine, che è stata la prima a descrivere l’igiene neonatale e la cura della pelle nelle unità di terapia intensiva neonatale in due paesi europei ha rivelato grandi differenze fra i due paesi, con una bassa attenzione fra i francesi alla cura della pelle in neonatologia. Tramite la revisione di 45 articoli scientifici sull’argomento, si sono ora sviluppate raccomandazioni sul tipo di bagno, sulla frequenza dei lavaggi, sull’adattamento alle condizioni cliniche, sulla conoscenza del prodotto da parte degli operatori sanitari e degli eccipienti del prodotto. Alla base del razionale ci sono le evidenze che permettono di suggerire l’applicazione a breve termine di impacchi di polietilene non adesivi entro 10 minuti dalla nascita, seguita dal posizionamento in un’incubatrice umidificata la cui temperatura dovrebbe essere intorno ai 40°C. Il primo bagno va ritardato di diversi giorni dalla nascita e la vernice caseosa lasciata sulla pelle del neonato che, se è a termine, deve essere lavato in una piccola vasca, piuttosto che con una spugna, mentre la pulizia quotidiana dei neonati pretermine non è raccomandata, ed è sufficiente che il bagno venga fatto ogni 2-4 giorni. Gli operatori sanitari devono conoscere gli eccipienti presenti nei vari prodotti utilizzati e favorire la vicinanza precoce genitore-figlio durante l’assistenza ospedaliera di neonati pretermine nelle unità neonatali.
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