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Quel nervosismo che fa stringere i denti

Colpisce il 20% dei bambini e in molti casi si risolve da solo tuttavia spesso ha bisogno dell’intervento medico psicologico

Quante volte vi sarà capitato durante un colloquio con un genitore di sentirvi dire che il figlio ha spesso mal di testa e produce un rumore “orribile” con i denti mentre dorme? Non serve un pedodonzista per capire che ci si trova di fronte a un probabile caso di bruxismo. Una problematica comune e che in molti casi rientra nell’ambito degli automatismi motori tanto da poter essere considerato fisiologo. Basti pensare che secondo alcune indagini, il disturbo del movimento nel sonno, come viene anche definito, colpisce circa il 20% dei bambini sotto i 12 anni (il 37% entro i primi 14 anni di vita nei paesi occidentali). Tuttavia seppure in moltissimi casi si risolva da solo dopo l’eruzione di tutti gli elementi della dentatura decidua, spesso ha bisogno dell’intervento di un esperto e di una correzione. Quando infatti, nonostante la comparsa di tutti i denti (solitamente attorno ai 6-7 anni con la uscita degli ultimi molari), gli episodi di digrignamento non si arrestano, è necessario porre particolare attenzione alla situazione. A lungo andare, infatti, esso potrebbe causare problemi nello sviluppo della dentizione oltre che provocare tutta una serie di sintomi che possono provocare malessere nel bambino (oltre al già citato mal di testa, il bruxismo può portare a una consunzione dei denti, a un intaccamento dello smalto, problemi di equilibrio, disturbi del sonno e conseguente stanchezza, future malocclusioni e problemi di masticazione). Secondo Ambra Michelotti, Odontoiatra, specialista in Ortognatodonzia ed editore della rivista Orthodontics and Craniofacial Research “Il bruxismo lieve o sporadico di solito non è dannoso per l’organismo. Quando invece supera la soglia individuale di tolleranza, vuoi per quantità o per intensità, esso può provocare danni ai denti, ai muscoli masticatori e alle articolazioni temporo-mandibolari. Imparare a riconoscerlo tempestivamente e a controllarlo rappresenta la strategia più semplice, più conservativa e più efficace e deve pertanto essere sempre il primo approccio terapeutico”. Il problema, però, è che non sempre è facile essere certi della diagnosi di bruxismo nei bambini, specie perché dato che il fenomeno si verifica soprattutto di notte, può non essere percepito dai genitori. Eppure il rumore che viene prodotto durante questo gesto involontario ha caratteristiche precise e difficilmente confondibili: si tratta di un suono di tipo stridente, quasi metallico. I sintomi descritti, quindi, anche in mancanza della “prova” del digrignamento possono costituire un campanello di allarme abbastanza efficace. Ma, a beneficio dei non addetti ai lavori, cosa s’intende per digrignamento dei denti? In parole semplici si tratta di uno sfregamento dell’arcata superiore contro l’arcata inferiore. La mascella viene serrata con forza con movimenti che durano, normalmente, solo qualche secondo per poi ripetersi in modo abbastanza regolare, circa due o tre volte nel corso della notte. Quali sono le cause scatenanti? Difficile a dirsi e a trovarne di comuni in tutti i soggetti che ne soffrono. Attualmente sembra prevalere la tesi secondo cui alla base del problema ci sarebbe una predisposizione naturale. Concause importanti possono essere rintracciate a livello psicologico. Se il bambino, ma ciò può essere valido in qualsiasi fase della vita, accumula molto stress può sfogare questi picchi di tensione facendo scattare la mandibola. Pensate, a esempio, che durante il periodo della pandemia, secondo una recente ricerca statunitense, i casi registrati di questo disturbo sono aumentati del 36% ( il campione studiato includeva anche gli adulti) e si è rilevato un incremento del 120% rispetto al 2019 delle fratture dentali e un sensibile aumento delle carie (+18%). Nel nostro Paese le percentuali sembrano essere simili. La Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP), ha stimato che nello stesso periodo, in Italia, i casi sono in aumento di circa il 30%. Un altro studio ha mostrato come negli ultimi mesi dello scorso anno la ricerca online della parola ‘bruxismo’ abbia avuto una impennata del 62% in Calabria, del 48% nelle Marche, del 34% in Sicilia e Sardegna. Un’altra concausa importante può essere costituita dalla presenza di una malocclusione preesistente. La mancata o imprecisa corrispondenza delle due arcate dentarie può favorire lo sfregamento. Ciò che è certo, invece, è che il fenomeno è strettamente collegato a quello dei cosiddetti microrisvegli, cioè a quelle brevissime e improvvise interruzioni del sonno che possono verificarsi durante la notte. Naturalmente non esistono trattamenti mirati e specifici per risolvere il problema ma sicuramente una volta identificata la causa, si può meglio agire per tentare di alleviarla o intervenire sulle manifestazioni sintomatiche. Se il bruxismo fosse una diretta conseguenza di un accumulo di stress, si potrebbe tentare di identificarne la fonte e di superarla con l’aiuto di uno psicologo. Si tratta, come evidente, di un approccio multidisciplinare che oltre all’odontoiatra abbisogna dell’apporto di altre professionalità. In alcuni casi può essere utile anche utilizzare dei dispositivi appositi come il bite. E qui si apre un grosso dilemma per il genitore: quando è il momento di acquistare un bite? La risposta, in realtà, è piuttosto semplice: anche se nelle campagne pubblicitarie e sulle confezioni dei dispositivi spesso si trovano le immagini di bambini, l’uso del bite in età pediatrica è generalmente sconsigliato. Esistono però delle eccezioni. Può capitare, infatti che le complicanze derivate da una eccessiva usura dentaria su elementi permanenti, il dolore/disfunzione muscolare e/o articolari siano così accentuati da costringere il professionista a consigliare l’utilizzo di dispositivi intraorali. Raramente può rendersi necessario un intervento di tipo farmacologico, preferibilmente da parte di un neuropsichiatra infantile, suggerito dal pediatra, o dall’odontoiatra. 

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Tag:, , , , Last modified: Novembre 18, 2021
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