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Le infezioni da graffio o morso di gatto

Una proteina secreta dai gatti può causare allergie, ma più preoccupante è la trasmissione di un batterio

I gatti sono tra gli animali domestici più diffusi al mondo e chi li ama, spesso sogna di vedere crescere i propri bambini insieme a questi compagni di vita a quattro zampe. Tuttavia, i felini sono anche tra gli animali che maggiormente possono scatenare delle reazione allergiche nell’uomo. Comunemente, si ritiene che a provocare allergia sia il loro pelo. In realtà questa convinzione non è propriamente corretta. L’agente allergenico dei gatti è riconducibile alla proteina Fel D-1 contenuta nella loro saliva, nell’urina, nelle secrezioni sebacee e che può essere veicolata dal loro graffio. Quando la pelle viene escoriata dalle unghie dell’animale, non è raro che si possa manifestare una infezione, che solitamente si evidenzia attraverso un papula rossa che circonda l’area coinvolta. La comparsa può avvenire immediatamente oppure entro una decina di giorni e presenta anche un crosticina che spesso contiene del pus. La causa di tale effetto è dovuta al batterio Bartonella henselae. I batteri di questo genere vengono trasmessi da un gatto all’altro attraverso le pulci. L’uomo ne viene infettato attraverso il graffio, appunto, oppure un morso, e basta una piccolissima lesione perché l’infezione si propaghi. Sovente, dopo due settimane dall’evento, anche quando si guarisce dalla lesione cutanea, i linfonodi adiacenti si gonfiano, diventando dolenti alla palpazione e pieni di pus. La persona, spesso un bambino, in questi casi, può accusare febbre, cefalea e inappetenza. Questo quadro clinico, però, nella maggioranza dei casi si risolve nel giro di poco tempo e la guarigione è completa. Gravi conseguenze possono però riscontrarsi nei soggetti molto malati o con un sistema immunitario compromesso. In questi casi la cura nei pazienti immunocompromessi consiste nell’applicazione locale di calore e analgesici. Se il linfonodo è fluttuante, l’aspirazione con una siringa in genere allevia il dolore. Talvolta possono rivelarsi efficaci anche le somministrazioni di antibiotici. Una soluzione più invasiva, che si rende necessaria quando il linfonodo va incontro a colliquazione, è la sua asportazione chirurgica. I genitori che possiedono dei gatti in casa, andrebbero informati che nel caso di morsi o graffi, la ferita, per quanto piccola, va immediatamente lavata con acqua e sapone e disinfettata. Per quanto riguarda l’animale, invece, esso va protetto dalle pulci con collari antipulci, polveri o gocce a seconda della prescrizione del veterinario. Infine, mamma e papà dovrebbero insegnare al bambino di non giocare mai con i gatti randagi per quanto possano essere mansueti e soprattutto che le mani vanno sempre lavate accuratamente ogni volta che si gioca con un animale. Un altra “dritta” che andrebbe spiegata è che bisogna sempre evitare di importunare un gatto che ha le “orecchie basse”. Il linguaggio corporeo, infatti, ci dice che vuole essere lasciato in pace e che potrebbe graffiare da un momento all’altro se continuassimo a stargli intorno. Insomma, la migliore prevenzione sta nell’educare i bambini alla corretta interazione con gli animali, anche se abitano in famiglia da molti anni, evitando che quest’ultimi vengano considerati alla stregua di peluche al quale poter fare qualsiasi cosa. 

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Tag:, , , Last modified: Novembre 17, 2021
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