La Pet Therapy: dalla fattoria arriva anche in ospedale

Written by soltanlibadriyya• Novembre 17, 2021• 2:40 pm• Pronto soccorso
Gli animali domestici possono offrire un importante aiuto nel recupero psicofisico dei pazienti
La Pet Therapy viene per la prima volta proposta negli anni 60’ del secolo scorso, dal suo creatore, lo psichiatra infantile Boris Levinson, che lavorando con un bambino autistico, si accorse che la presenza del suo cane durante le sedute, favoriva lo scambio affettivo e il gioco. Oggi è conosciuta e diffusa in tutto il mondo. Prevede l’impiego di animali da compagnia nella riabilitazione, soprattutto con i bambini. In Italia è classificata come intervento assistito con gli animali (IAA). La spiegazione del cambiamento del nome sta nella finalità che cambia a seconda del caso trattato. L’utilizzo degli animali può dare spazio alla componente ludico-ricreativa, essere di tipo educativo o strettamente terapeutico. Il ricorso a questa tecnica è molto frequente con gli anziani nelle case di cura o per i bambini, e in genere nei casi in cui i pazienti sono separati dai loro cari. Indicata anche per i bambini affetti da disturbi dello spettro autistico, questa terapia aumenta la socializzazione e procura un rapido miglioramento del livello di attenzione dei pazienti, inoltre è stato provato che riduce quei movimenti ripetuti senza apparente scopo che spesso caratterizzano il disturbo. Questa interazione, soprattutto con i cani è apprezzata quando si vuole stimolare la sfera emozionale dell’individuo, favorendone l’apertura verso il mondo esterno e promuovendo nuove strategie comunicative. Gli specialisti che si occupano di pet therapy sono lo psicologo, lo psichiatra, il fisioterapista. La razza di cani più predisposti alla pratica, e il Labrador, ma si hanno ottime esperienze anche con cavalli, gatti, conigli e gli asini. Oggi esistono fattorie didattiche che offrono abitualmente questa terapia. Qui i bambini prendono contatto con odori, sensazioni e ruoli nuovi, sviluppando manualità, motricità, senso di responsabilità e autostima nel sentirsi utili nell’accudire gli animali. Anche alcuni ospedali hanno introdotto la compagnia dei cani per i bambini ricoverati, nei reparti di Dermatologia Pediatrica e di Oncologia dove la Pet Therapy si rivolge ai degenti in day hospital. L’equipe è composta da figure professionali esperte che decidono come il cane va impiegato per permettere al meglio l’interazione tra l’animale e il piccolo paziente. Utile è anche la figura dell’addestratore cinofilo con il compito di preparare il cane a seconda del paziente e della patologia da trattare. Si pensa che per i bambini avere un amico a quattro zampe aiuti a crescere, persino a studiare meglio. Anni fa, presso l’Università di Pisa fu condotta un’indagine che dimostrò come la presenza di un cane in classe stimoli l’attenzione dei bambini e ne migliori la capacità di attenzione. Inoltre, crescere assieme a un cane, ma anche a un gatto, instilla l’attenzione per il prossimo e per le sue esigenze e in generale il rispetto per le diversità. Aiuta poi a vincere la paura di ciò che non si conosce e a crescere curiosi.
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