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Tinte per capelli usate sui bambini: fanno male?

Si colorano i capelli fin dalla tenera età per seguire mode e somigliare ai propri eroi, ma attenzione ai rischi per la salute

 

Fino a pochi anni fa la tinta per i capelli era monopolio esclusivo delle donne che la usavano per cambiare look o per coprire i capelli bianchi. Ormai, però, da diverso tempo, non solo la loro diffusione si è estesa anche al sesso maschile (soprattutto tra i soggetti più narcisi che non sopportano di avere i capelli grigi) e agli adolescenti, ragazze e ragazzi, anche molto giovani. A volte per emulare qualche rockstar o personaggio televisivo particolarmente influente, altre per realizzare particolari cosplay (ossia il trucco che si ispira a personaggi dei cartoni animati giapponesi e fumetti). Una moda ormai diffusissima in tutta la Penisola, e che coinvolge dai giovanissimi sino alle persone di una certa età. Quale che sia la motivazione, oggi frotte di ragazzi ambiscono ad avere il colore di capelli “fuori dall’ordinario”.. ed eccoli con ciocche celesti, rosa, fuxia, biondo platino… Non solo, secondo alcuni , dietro la scelta di un colore, ci sarebbe un risvolto psicologico ben preciso. I capelli rosa, per esempio, esprimerebbero desiderio di tenerezza, oltre a essere il colore della dolcezza, della positività e dell’amore e da adolescenti o da adulte, esprimerebbero anche una voglia di ritornare all’infanzia. I capelli viola sono il simbolo dell’ambivalenza, del fascino e indicano una personalità creativa e l’amore per i viaggi. Chi sceglie il viola-lilla esprime un desiderio di equilibrio mentre chi opta per i bianchi è una persona che ama sperimentare e che ha grande coraggio e voglia di libertà. I capelli blu e quelli verdi, mostrano un attaccamento alla tradizione, ma con voglia di trasgredire e di affermarsi nei diversi ambiti della vita. Per finire, chi vuole capelli color fucsia non avrebbe ancora messo a fuoco i tratti del proprio carattere e sarebbe in cerca di se stessa. Del resto, da sempre i capelli rappresentano una parte importante della nostra personalità: sono una proiezione dei nostri pensieri che collegano la psiche al mondo esterno. Prima o poi capita a tutte le mamme il momento in cui la figlia o il figlio chiederà di tingersi i capelli. E a quel punto saranno due le opzioni a disposizione: accontentarlo o negarglielo. Con la consapevolezza che la tinta è comunque reversibile mentre a un rifiuto potrebbe seguire una richiesta eccessiva e ben più definitiva come un tatuaggio o un piercing. Ma tralasciamo tutte le implicazioni psicologiche del caso che non sta a me giudicare. A una cosmetologa, semmai tocca valutare i danni che alcune di queste tinte bizzarre potrebbero causare. Partiamo da un presupposto: le tinture sono spesso “sotto processo” non per le singole sostanze presenti nelle loro formulazioni bensì per il loro insieme che, come in una squadra, agisce in sinergia. Infatti è percezione comune che il problema della tintura sia costituito solo dall’utilizzo dell’ammoniaca, sicuramente l’ingrediente più noto. In realtà ci sono molte altre sostanze che possono portare ad allergie, problemi cutanei e, nei peggiori casi ad alcune forme di tumore. Le migliaia di componenti di sintesi che costituiscono una tintura, infatti, non si fermano solo al capello, ma penetrano nel bulbo e da qui, attraverso i capillari, fanno passare le sostanze tossiche nel circolo sanguigno e quindi in tutto l’organismo. Allora parlare di effetti nocivi, non vuol dire solo parlare degli effetti collaterali che si possono verificare dopo l’applicazione della tintura, ma anche degli effetti nocivi generalizzati come reazioni allergiche estese, e reazioni allergiche sistemiche con eruzioni eritematose importanti. Inoltre le tinture eliminano lo strato lipidico, specie il sebo, determinando danni alla barriera cutanea la cui funzione  – come è noto – è quella di proteggere le zone più profonde del derma dagli agenti potenzialmente irritanti o sensibilizzanti presenti nell’ambiente esterno e di controllare la permeabilità e la traspirazione dell’acqua fisiologica (TEWL). Situazione che può essere aggravata dall’uso di shampoo e detergenti troppo aggressivi. Allo shampoo ormai non si chiede più solo di lavare i capelli, infatti, ma di curarli e di  proteggerli, però molto spesso degli ingredienti cosiddetti miracolosi decantati dalla pubblicità, non c’è traccia (oppure sono presenti in quantità irrilevanti). In questo senso, fondamentale è la conoscenza, da parte del medico, ddermatologo o pediatra che sia, della lettura del codice INCI per poter consigliare ai ragazzi (e quindi alle loro madri) prodotti idonei da comprare in farmacia. La maggior parte dei prodotti commerciali contengono tutti tensioattivi anionici (fortemente schiumogeni) che distruggono le componenti lipidiche e proteiche (la cheratina) del microfilm superficiale protettivo, riducendone l’azione impermeabilizzante e favorendo la disidratazione cutanea, provocando quindi fastidi quali arrossamenti, infiammazioni, irritazioni e prurito. Andiamo ora a valutare quali sono i 5 ingredienti più nocivi contenuti nelle tinte per capelli. 

 

1) Ammoniaca (e sostituti) 

Utilizzata per aprire le squame del capello, in modo da far penetrare il colore al suo interno gonfiandolo e sollevando le cuticole, la parte protettiva che li ricopre. è una delle principali responsabili di reazioni allergiche. Moltissimi brand hanno lanciato colorazioni senza ammoniaca, ma spesso il problema non si risolve in quanto viene sostituita dalla monoetanolammina, una sostanza ancora peggiore perché senza odore, quindi difficile da riconoscere, e nociva anche se inalata e a contatto con la pelle. 

2) Para – Fenilendiammina (PPD)

Altro componente problematico utilizzato come reagente per il colore, è uno dei più potenti allergeni da contatto. La legislazione UE ha stabilito che la sua concentrazione non può superare il 2%, ma anche in questo caso viene spesso sostituta dai suoi derivati, con i medesimi effetti. 

3) Toluene-2,5 Diamine Sulfate (PTD)

Appartiene alla stessa famiglia della PDD: le fenilendiam-mine. Anche questo è un potente allergene nonché una molecola tossica e nociva sia per inalazione che per contatto, sospettata di essere cancerogena. 

4) Resorcina 

Ben peggiore del toluene è il benzene, forte irritante per cute, occhi, apparato respiratorio. Classificato da IARC come cancerogeno di tipo 1. Dal benzene è ricavata la resorcina (o resorcinolo), indispensabile per il processo di colorazione e quindi spesso contenuta nelle tinte per capelli: l’assorbimento induce diversi effetti collaterali, allergie in primis, ma anche una probabile interferenza col sistema endocrino. Se non bastasse, è altamente inquinante e persistente nell’ambiente. 

5) Formaldeide 

Il problema della formaldeide è molto serio perchè è difficile scoprirne la presenza leggendo l’INCI. Non troverete mai la formaldeide in etichetta, perché è una sostanza classificata come cancerogeno di tipo 1 dal 2004, perciò la sua introduzione come ingrediente puro nei cosmetici è vietata dalla UE; eppure, potrebbe  essere presente. Il motivo è che sono invece ancora ammessi alcuni conservanti cessori di formaldeide, che potrebbero rilasciarne decomponendosi. Conclusioni: le tinture permanenti sono le più forti e le più pericolose per la salute. Penetrano non solo nel capello, ma all’interno del bulbo per poi andare in via sistemica. La loro  pericolosità sta nell’utilizzo costante e prolungato nel tempo. Ideale sarebbe una tinta priva delle principali sostanze dannose appena descritte, oltre a molti metalli pesanti. Questo tipo di  tinte esenti da rischi esistono e vengono utilizzate dalle donne in gravidanza, in trattamenti chemioterapici o altre patologie. Credo che solo un pediatra con una buona conoscenza in cosmetologia possa aiutare i ragazzi e… le madri nell’impresa di coniugare a una certa età, moda e salute. 

 

A cura della Dott.ssa Gloriana Assalti, Farmacista e Cosmetologa

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Tag:, , , , Last modified: Novembre 17, 2021
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