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I pediatri italiani fra innovazione e tradizione

Palermo ospita il 70° Congresso Italiano di Pediatria. Dall’11 al 14 giugno 2014 oltre 1500 specialisti si incontreranno per discutere dei temi di maggiore interesse e attualità per la specialità. L’evento è organizzato in maniera congiunta con i Congressi nazionali di due Società Scientifiche affiliate, la SICuPP, Società Italiana di Cure Primarie Pediatriche, e la SITIP, Società Italiana di Infettivologia Pediatrica. “Riprendiamo così – ci dice il Prof. Giovanni Corsello, presidente della SIPun’iniziativa di successo già sperimentata alcuni anni fa per sottolineare l’importanza dell’integrazione tra pediatria generale e specialistica, e più in particolare della pediatria nel territorio e in ospedale. Il Congresso – prosegue il prof. Corsello – s’intitola “Un mare di bambini” per sottolineare l’importanza per il nostro paese di invertire i trend di riduzione della natalità che assumono aspetti allarmanti. In questo ambito diventa strategico curarsi dei diritti dei bambini e dell’integrazione dei bambini con genitori stranieri che sempre più numerosi nascono e giungono nel nostro paese, anche attraverso il mare. Abbiamo previsto workshop, tavole rotonde e sessioni plenarie dedicate a temi che incidono fortemente sulla qualità della salute dei nostri neonati, bambini e adolescenti, sulle loro famiglie e sulla pediatria italiana tutta. Numerose anche le sessioni tematiche interattive e gli incontri con l’esperto su temi di pediatria generale e specialistica: dalla gastroenterologia all’allergologia, dalla pediatria della disabilità alla neurologia pediatrica, dall’innovazione in pediatria alla promozione della ricerca tra i giovani. Altre novità del congresso? Anche quest’anno la sessione poster informatizzata (e-Posters) su postazioni di PC in un’area dedicata e “open“ con possibilità di interazione e una sessione ONSP di casi clinici interattivi”. Il rapporto fra la SIP e le nuove tecnologie mi sembra ottimo e molto originale nello scenario della medicina italiana. “È vero. Stiamo molto adoperandoci per il loro utilizzo nell’ambito diagnostico e della valutazione dell’efficacia terapeutica, inoltre siamo stata una delle prime Società Scientifiche italiane a utilizzare la votazione digitale a distanza per l’elezione del nostro Consiglio Direttivo. In realtà crediamo molto nell’innovazione e lo riaffermiamo in ogni nostro Congresso”. Quali sono le linee guida che proponete per la pediatria italiana, in un periodo che è certamente difficile sul piano sociale ed economica?In primo luogo ci battiamo per la continuità assistenziale – spiega il prof. Corsello, che è anche ordinario di Pediatria a Palermo – sostenendo il diritto centrale del bambino e della sua famiglia a essere seguiti sul territorio e in ospedale tramite una rete assistenziale. Il secondo punto qualificante del nostro programma è definire e rinforzare l’immagine del pediatra nell’ambito della gestione delle emergenze e delle urgenze. Un tema di grande attualità, anche alla luce dei tanti casi di cronaca che vedono coinvolti i bambini o delle situazioni che si verificano quotidianamente in alcune aree geografiche del nostro paese, per esempio sulle coste del sud a seguito del continuo sbarco di immigrati, molti dei quali hanno neonati e bambini al seguito. Ultimo punto su cui si stanno concentrando i nostri sforzi e il nostro impegno associativo è la gestione delle malattie pediatriche ad alta complessità”. Quali gli ostacoli più seri che incontrate?Sicuramente di natura economica, ma anche normativi e contrattuali. Inoltre stiamo vivendo una crisi congiunturale legata alla riduzione del numero dei pediatri sia sul territorio che nelle sedi ospedaliere. Forse qualcuno pensava che con il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione, fenomeni che certamente si sono evidenziati nell’ultimo decennio, si avrebbe avuto meno bisogno di pediatri, ma questo è assolutamente sbagliato, specie se si vuole prestare la dovuta attenzione al periodo perinatale e se si vuole riconoscere l’importanza dei centri nascita che devono assolutamente mantenere standard di qualità adeguati, in modo da ridurre i rischi per il neonato. Se non si inverte la tendenza si rischia di rendere i bambini marginali nella programmazione sanitaria”. Quali sono le patologie che ne risentirebbero maggiormente?Penso alle cosiddette patologie del benessere: l’obesità infantile legata a stili di vita sbagliati, ma soprattutto l’origine precoce di molte malattie che si manifesteranno negli adulti a causa di una nutrizione errata nell’infanzia. Penso anche alle allergie e alla ricerca genetica sui bambini che è fondamentale se si vogliono individuare polimorfismi multifattoriali che sono alla base di patologie gravi o forme neoplastiche“. “Insomma, un convegno estremamente ricco e di grande interesse medico e sociale: “Si, un’occasione per riaffermare l’importanza dell’età evolutiva e della collaborazione fra medicina generale, pediatria, scuola e famiglia”.

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Tag:, , , Last modified: Giugno 21, 2021
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