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Quando si deve andare dall’ortodonzista?

Anche le campagne di screening e i controlli dagli specialisti hanno risentito dei timori suscitati nella popolazione, e in particolare nei genitori, dalla pandemia. Molte visite specialistiche già programmate sono state cancellate o rimandate a tempi migliori. Una situazione che ha avuto ripercussioni in termini logistici, con la sanità pubblica costretta a riprogrammare centinaia di migliaia di appuntamenti.Probabilmente, questo stato delle cose si protrarrà per ancora molto tempo, con tutti i rischi del caso, specie per coloro che abbisognano di un costante monitoraggio come la popolazione anziana. Anche i bambini hanno pagato e continuano a farlo, questa nuova realtà. Valga come esempio, quello delle visite odontoiatriche. Tanti genitori, a causa dei lockdown, o spaventati dal virus, hanno preferito posticipare a data da destinarsi le cure odontoiatriche dei loro figli. In particolare la prima visita dal dentista che assume un valore fondamentale per l’istaurarsi di una buona relazione con il proprio dentista. Ma anche per la salute futura del piccolo visto che il primo incontro con questo specialista talvolta permette diagnosi precoci e la scoperta di possibili problematiche future.

Familiarizzare con il dentista, allo stesso modo come con il pediatra, riduce la possibilità di future ansie del bambino, facendolo divenire, anche da adulto, un paziente meno spaventato. Un discorso analogo andrebbe fatto per l’ortodonzista, come ha recentemente sottolineato il Presidente dell’Associazione Specialisti Italiani in Ortodonzia (ASIO), dott. Giorgio Iodice. “Il concetto che prevenire è meglio che curare – sottolinea Iodice – vale più che mai anche per l’ortodonzia, la branca specialistica dell’odontoiatria che si occupa dell’occlusione dentale e dell’armonico sviluppo delle ossa mascellari. Avere denti diritti significa non solo avere un bel sorriso e denti sani, ma ha anche importantissime implicazioni benefiche sull’intero assetto psico-fisico della persona. Per questo noi specialisti, raccomandiamo di non trascurare le visite specialistiche anche in un momento così complicato come quello che stiamo vivendo: il timing della visita e di inizio di una terapia eventualmente necessaria sono dirimenti. Molte abitudini sbagliate se non corrette e prese in tempo, infatti, possono diventare problemi seri in età adulta!”. Ma quando va richiesta la prima visita all’ortodonzista? Secondo l’Associazione italiana, e l’American Association of Orthodontists, il periodo più opportuno per questo primo importante appuntamento andrebbe fissato tra i quattro e i sette anni di età. Infatti è proprio in questo periodo della crescita che inizia la prima fase di permuta dentaria, ossia l’eruzione dei primi elementi dentari permanenti, che rappresenta un momento fondamentale di inquadramento di possibili problematiche eruttive o di crescita da intercettare. Nella maggior parte dei casi, dopo una prima visita non sarà necessario alcun trattamento ortodontico e lo specialista non farà altro che programmare una serie di controlli, semestrali o annuali, per seguire il bambino nel corso della crescita e della permuta dei denti da latte. In alcuni casi, tuttavia, in presenza di difetti nella crescita delle ossa mascellari o eventuali problemi di spazio per i denti permanenti che dovranno successivamente erompere, può rivelarsi necessario intraprendere una precoce terapia ortodontica correttiva. “Purtroppo però – continua il Presidente A.S.I.O. – con la seconda ondata di pandemia, molte persone hanno rinunciato ai controlli e alle visite programmate perché costrette a casa in quarantena cautelativa, sia perché in isolamento, sia per paura di contagiarsi.

Un timore del tutto infondato perché, al pari di tanti altri ambulatori medici, gli studi odontoiatrici rispettano le indicazioni operative redatte dal Ministero della Salute in tema di dispositivi di sicurezza e di prevenzione da contagio Covid-19”. Sicurezza d’altronde confermata anche da un recentissimo studio pubblicato sulla rivista BMC Oral Health dal gruppo del Prof. Lorenzo Lo Muzio dell’Università di Foggia, che ha evidenziato come i controlli ortodontici siano tra le procedure odontoiatriche a minor rischio di trasmissione del SARS-CoV-2, in considerazione della durata della procedura, dell’esposizione a sangue e saliva e di altri parametri analizzati. Ancora più sbagliato che rinunciare alla visita di controllo è il ricorrere ad autotrattamenti ortodontici, un fenomeno che sta crescendo proprio in questi ultimi tempi grazie anche alle tante possibilità di acquisto offerte da diversi siti di e-commerce. “I dispositivi “fai da te” – continua Giorgio Iodice – sono privi di un adeguato supporto diagnostico e del necessario inquadramento prospettico del paziente da parte dello specialista. Rinunciare ad affidarsi all’ortodonzista, il più indicato per elaborare una corretta diagnosi e, ove necessario, mettere in atto e monitorare un adeguato trattamento, può rivelarsi un comportamento dei genitori che non trova giustificazione. I bambini, purtroppo, in questo non hanno difese in quanto sono gli adulti che decidono per loro, ma andrebbe sempre ricordato – e il pediatra in questo può rivelarsi utile se non fondamentale – che anche la salute dei denti del bambino parte dalle corrette scelte e abitudini dei genitori.

 

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Tag:, , Last modified: Marzo 10, 2021
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