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Allergie di stagione e intolleranze alimentari

La stagione delle allergie sembra ancora lontana ma ha senso fin da ora iniziare a parlare di queste patologie di stagione che fra poche settimane inizieranno a fare le prime vittime anche fra i bambini e gli adolescenti. Partiamo con un dato abbastanza solido: attualmente a soffrire di allergie sono circa 20 italiani ogni cento. Erano solo 4 cento anni fa, ma si immagina che fra pochissimi anni un bambino ogni due avrà problemi con pollini e cibi allergenici. Le cause di questa drammatica prospettiva: inquinamento atmosferico, scarso consumo di frutta, verdura e pesce, sedentarietà. Il tutto unito a fattori genetici predisponenti. Gli allergologi parlano di una vera epidemia nei cui riguardi la medicina sta approntando test sempre più rapidi e precisi per identificare l’allergene responsabile, ma anche sviluppare vaccini e farmaci che provocano meno sonnolenza rispetto al passato. Per certo, oggi, sappiamo che il numero degli allergici è molto più alto nelle città rispetto alle campagne e le allergie più diffuse sono quelle provocate dai pollini delle graminacee (73%), seguite dagli acari (45%), paritarie (30%), frassini (17%), platani (8%) e cipressi (7%). Ultima informazione ogni tre allergici due sono donne. Come è ben noto, per allergia si intende una risposta anomala del sistema immunitario, scatenata dal contatto con sostanze estranee che normalmente sono innocue, ma che vengono vissute dall’organismo come se fossero agenti aggressivi da cui difendersi scatenando una violenta reazione infiammatoria. Gli organi più colpiti sono gli occhi e il naso (raffreddore da fieno), la pelle (dermatiti, orticaria), o il polmone (asma). Il bambino predisposto spesso nasce da genitori allergici e quando viene a contatto con gli allergeni, produce una grande quantità di anticorpi, le immunoglobuline E (IgE) che scatenano le reazioni e le malattie allergiche. L’allergia può comparire ad ogni età ma se mamma e papà non sono allergici, il rischio che un figlio sviluppi nel corso della sua vita un’allergia è solo pari al 10 – 15%. La diagnosi si basa prevalentemente sui sintomi e sui risultati di indagini specifiche per confermare il sospetto clinico. Facile riconoscere l’infiammazione della mucosa nasale che caratterizza la rinite allergica causando prurito, starnuti, scolo nasale acquoso e sensazione di naso chiuso. è bene ricordare che la forma cronica appare provocata maggiormente dall’inalazione di allergeni prevalentemente domestici, soprattutto gli acari della polvere che si nutrono di forfora umana, mentre quella stagionale è causata più dai pollini (graminacee, parietarie, ulivo,ecc.) e da alcune muffe. Nessun problema anche per identificare la congiuntivite allergica, che spesso si associa alla rinite e che si presenta come una classica infiammazione dell’occhio. Anch’essa sarà perenne o stagionale a seconda che sia causata da un allergene presente tutto l’anno o soltanto in determinati periodi dell’anno. L’occhio appare arrossato, lacrima e c’è la sensazione sabbia negli occhi; il prurito può essere tanto intenso da provocare il continuo strofinio degli occhi con le mani, peggiorando ulteriormente l’infiammazione. La luce del sole crea un ulteriore fastidio agli occhi infiammati. L’allergia da sola non spiega la dermatite allergica, perché a determinarla, contribuiscono molti altri fattori come le infezioni e l’esagerata sensibilità della pelle a tutti gli stimoli: sfregamento, cambiamento di temperatura, esposizione ai raggi solari. Più chiara la manifestazione dell’orticaria come reazione allergica acuta della pelle, i cui fattori scatenanti sono molto vari: oltre ai cibi è bene ricordare i farmaci, alcuni batteri e virus, le punture d’insetto, il contatto con sostanze chimiche e anche agenti fisici quali il caldo, il freddo o la luce del sole. Quando in risposta a uno di questi stimoli viene liberata istamina a livello della pelle, si determina un’infiammazione con dilatazione dei vasi sanguigni e fuoriuscita di liquidi che determina il gonfiore. L’orticaria si manifesta con vari tipi di macchie sulla pelle, in punti determinati o diffusa a tutto il corpo: possono essere chiazze rosse o rosate, leggermente rilevate con al centro una depressione bianca, oppure ponfi come punture di zanzara o piccoli puntini rossi rilevati come quelli provocati dal contatto con l’ortica. Il pomfo causa intenso prurito e può durare da pochi minuti a diverse ore estendendosi e alle labbra, alle palpebre, alle estremità degli arti, ai genitali o ad altre zone del corpo, prendendo allora il nome di angioedema. Secondo alcune ricerche, nel corso della propria vita circa una persona su 5 presenta almeno un episodio di orticaria acuta.  Molto più complicato spiegare il meccanismo scatenante l’allergia alimentare, specie se si vuole distinguerla da una intolleranza alimentare o da altre reazioni avverse ad alimenti che non sono causate da un’allergia. Mentre la forma allergica è infatti una reazione scatenata dall’ingestione di proteine alimentari come quelle del latte animale, dell’uovo di gallina, del grano, della soia, del pesce, della frutta e della verdura, le forme insorte dopo l’ingestione di alimenti possono essere legate a intossicazioni alimentari acute causate da contaminazione batterica dell’alimento o a reazioni pseudo allergiche per assunzione di alimenti che contengono grandi quantità di istamina (per es, fragole, cioccolato, ecc.), additivi e coloranti, zuccheri come il lattosio. Le manifestazioni causate dall’allergia alimentare possono essere a livello gastroenterico (vomito e diarrea, sangue nelle feci, coliche addominali), cutaneo (orticaria–angioedema, specie se a carico delle labbra e della lingua); e raramente respiratorio (rinite e asma). A grandi linee, è facile indicare le differenze tra un’allergia e i fenomeni d’intolleranza alimentare, che raggiungono percentuali pari al 30-40%. le allergie si manifestano con caratteristiche precise: sono immediate (compaiono cioè nel giro di pochi minuti, e molto raramente entro qualche ora, dal momento in cui si entra in contatto con la sostanza nemica) e dipendono dalle IgE e dai mastociti. La reazione che porta ai sintomi di una intolleranza assomiglia molto di più ad una specie di avvelenamento lento, dovuto a cellule o anticorpi, diversi dalle IgE. Rappresenta, quindi, l’espressione della reattività dello stesso sistema immunologico, ma in questo caso i normali meccanismi di difesa che portano di solito ad una reazione infiammatoria controllata, sono divenuti così intensi e così importanti da arrivare a comportare dei danni, talora anche molto seri all’intero organismo. Le intolleranze insorgono dopo ore o addirittura giorni dalla introduzione dell’alimento, e talora è necessario mangiare più volte lo stesso alimento per veder comparire i sintomi. In altre parole: mentre in una allergia alimentare si ha una risposta rapida e immediata alla ingestione di un cibo, nel caso di una intolleranza o di una ipersensibilità, i sintomi si sviluppano a seguito di un accumulo, perché è necessario mangiare un certo alimento per più giorni continuativi perché si sviluppi la sintomatologia. A complicare il quadro, va detto però che le intolleranze alimentari possono non solo essere causa di malattie tipicamente allergiche (come asma, dermatiti, rinite) ma anche patologie in cui c’è una importante componente infiammatoria: mal di testa, sinusite, dermatiti, colite, e depressione immunitaria (tonsilliti, otiti, bronchiti, stanchezza cronica ecc). Ogni cibo può comunque provocare intolleranza in determinate condizioni. Inoltre si sviluppano nei confronti di additivi o conservanti. Sono diverse migliaia le potenziali cause, ma di queste la farmacologia e la chimica ne hanno studiato solo seicento tipi. Una volta identificata una intolleranza alimentare, lo scopo non può essere solo quello di eliminare il cibo dall’alimentazione, ma di aiutare l’organismo a recuperare la tolleranza nei confronti di quel alimento. Passiamo ora alla diagnosi: per le allergia respiratorie sono sufficienti il test cutaneo eseguito sulla cute del braccio (prick test) che consiste nell’applicazione di una goccia dell’allergene da testare, nel pungere la cute con una puntina sottile e osservare la reazione dopo 15 minuti. Se vi è reazione compare un pomfo di diametro superiore a 3 millimetri con o senza alone di arrossamento. Il test di scatenamento verso gli alimenti, invece, è uno strumento indispensabile per la diagnosi corretta di un’allergia alimentare. Consiste nella somministrazione per bocca di piccole dosi crescenti dell’alimento non tollerato (o sospettato tale), da effettuare sotto controllo medico. Nella pratica, sono poco utili ai fini pratici le indagini di laboratorio sul sangue (i cosiddetti RAST) mentre sono del tutto discutibili le indagini alternative che si stanno rapidamente diffondendo anche nelle farmacie (Test di provocazione e neutralizzazione, Test citotossico o Cytotest, D.R.I.A. test, Elettroagopuntura o test elettrodermico, Kinesiologia applicata, Biorisonanza) perché dotate di poca validità scientifica. [/caption]

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Tag:, Last modified: Marzo 9, 2021
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