LL’approvazione della legge 167/2016 per lo screening neonatale ha fatto sì che il nostro Paese sia fra i più virtuosi in Europa. L’Italia è infatti la nazione con il più ampio numero di malattie congenite ricercate alla nascita e ciò rappresenta per la nostra sanità uno dei migliori esempi di quello che si può fare con programmi di prevenzione per la salute e il futuro dei nostri figli e nipoti. Per effetto della Legge 167/2016, in Italia vengono sottoposti a uno screening gratuito tutti i neonati, per oltre 40 malattie metaboliche rare, potenzialmente invalidanti o mortali sulle quali è possibile intervenire efficacemente prima che facciano danni irreversibili. In queste malattie genetiche di norma si riscontra l’alterazione di una proteina coinvolta nei processi metabolici delle cellule come la produzione di energia, l’eliminazione di composti tossici, la biosintesi di composti essenziali per il suo funzionamento. L’assenza o il calo dell’attività metabolica provoca la riduzione di alcune sostanze essenziali e al contempo l’accumulo di altre potenzialmente tossiche con conseguenze cliniche anche gravi. A essere coinvolti e compromessi sono diversi organi (fegato, cuore, ecc…) e frequentemente si verifica anche un interessamento neurologico. Le malattie metaboliche ereditarie sono molto complesse e presentano esordio, variabilità e gravità dei sintomi, che dipendono principalmente da difetto enzimatico e dalla tossicità dei metaboliti accumulati. Si va quindi da forme lievi a forme più gravi, con un esordio che può avvenire nei primi mesi di vita o a età più avanzata. Sono tre le patologie per le quali c’è attualmente l’obbligo sancito dalla legge n° 104 del 05/02/1992 (la fenilchetonuria, l’ipotiroidismo congenito e la fibrosi cistica), mentre lo screening esteso (o allargato), va alla ricerca di malattie appartenenti a tre gruppi: aminoacidopatie (AA), acidurie organiche (OA) e difetti della β-ossidazione degli acidi grassi (FAO). Le prime sono associate a un aumento o riduzione degli aminoacidi, mentre entrambi gli altri due gruppi di patologie sono riferibili a una alterazione di valori delle acilcarnitine. Il test effettuato con la spettrometria di massa tandem analizza circa 12 minoacidi diversi e 32 acilcarnitine, utilizzando le stesse gocce di sangue prelevate dal tallone del neonato. In questo modo si riescono a diagnosticare anche patologie endocrine e metaboliche ereditarie che sebbene singolarmente rare tutte insieme hanno un’incidenza di circa 1:2000 nati. Esistono delle patologie estremamente rare che possono essere identificate occasionalmente, in più l’interpretazione del profilo metabolico e la sua correlazione con la patologia sono processi piuttosto complessi. Non sempre, infatti, esiste una relazione univoca tra marcatore e patologia e può capitare che un singolo marcatore biochimico sia associato a più patologie; inoltre alcune patologie sono associate all’alterazione di più marcatori biochimici. Ciò nonostante, la possibilità di effettuare una diagnosi molto precoce ha segnato indubbiamente un punto di svolta nella storia clinica delle patologie coinvolte, che finalmente hanno trovato nella diagnosi precoce uno strumento per provare a iniziare cure efficaci. Non sono incluse nello screening allargato le patologie neuromuscolari genetiche, le immunodeficienze combinate severe e le malattie da accumulo lisosomiale (Mucopolisaccaridosi, Sfingolipidosi, Mucolipidosi). Prima della legge 167, in Italia, nel 2012 veniva testato un neonato su 4, oggi la copertura è arrivata a circa il 97% dei neonati e in questo modo si è riusciti a diagnosticare più di 700 bimbi ogni anno. L’esistenza di tante patologie, estremamente rare, e paradossalmente ancora orfane di nome, che potrebbero essere meglio conosciute, combattute e vinte grazie allo screening neonatale impone la ricerca di metodiche diagnostiche nuove ma anche che il Ministero della Salute includa sempre più test prendendo in considerazione, oltre alle esperienze internazionali, quelle regionali di ampliamento della lista delle patologie ricercate. Per esempio, la Toscana e il Veneto testano 4 malattie lisosomiali – la malattia di Pompe, la malattia di Fabry, la malattia di Gaucher e la Mucopolisaccaridosi di Tipo I – e la più grave forma di immunodeficienza detta ADA Scid, mentre nel Lazio e sempre in Toscana si diagnosticano anche l’Atrofia Muscolare Spinale (SMA). Altre patologie che in futuro potrebbero essere ricercate alla nascita sono: le emoglobinopatie, l’adrenoleucodistrofia legata all’X (X-Ald) e la leucodistrofia metacromatica. L’importanza di una diagnosi precoce è evidente perché una eventuale terapia farmacologica o genica somministrata nella cosiddetta finestra presintomatica può cambiare la storia naturale di quelle malattie che coinvolgono non solo i pazienti ma anche le famiglie e i caregiver, devastati a livello fisico, psico-emotivo ma anche economico. Ancor più importante sarebbe partire molto prima del parto e gestire in modo attento e chiaro il momento eventuale in cui i neo genitori sono richiamati per un sospetto di malattia.
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