Immaginate di ricevere una telefonata dai genitori di un bambino che accusa prurito sulla pelle del condotto uditivo esterno. Ponete alcune domande: c’è gonfiore della parte? Ha mai sofferto di eczema dell’orecchio esterno? Ci sono febbre, sensazione di fischio all’orecchio, dolore alla masticazione? Il ragazzo frequenta una piscina? Si è ridotto l’udito dall’orecchio interessato? Nel caso in cui le risposte siano tutte positive, avreste già dovuto avanzare una diagnosi. Probabilmente si tratta di una otite esterna, più volgarmente conosciuta come otite del nuotatore, un’infiammazione acuta della pelle che colpisce l’1% della popolazione, con circa 600mila casi all’anno, concentrati per lo più nei mesi caldi, quando le alte temperature favoriscono la proliferazione dei microbi. A essere maggiormente colpiti sono i bambini tra i 7 e i 12 anni d’età in cui la patologia è dovuta più al ristagno di acqua che di cerume nel condotto uditivo esterno che, intrappolando l’umidità, favorisce il processo infiammatorio. I bambini infatti, rispetto agli adulti producono un cerume, dalla consistenza molto più morbida, che ha un’azione protettiva nei confronti della pelle del condotto uditivo esterno. Paradossalmente, quindi, è più un eccesso di pulizia e la rimozione di questo film protettivo che può esporre più facilmente i bambini a contrarre la patologia.
Molta importanza hanno anche i microtraumi cutanei provocati dall’utilizzo errato di cotton fioc o la detersione del condotto con agenti troppo aggressivi che risultano più dannosi che utili. Sotto accusa sono in primo luogo i bastoncini con il cotone che possono determinare anche altri danni, quali le perforazioni traumatiche del timpano. Quello che spesso si sottovaluta è che ogni individuo possiede sulla pelle, anche su quella del condotto uditivo, una specifica microflora di germi che è ancor più attiva in presenza di malattie desquamanti come la psoriasi o l’eczema. In queste condizioni, infatti, si crea un accumulo di cheratina che col ristagno di acqua, favorisce ancor più l’infiammazione condotto. Un capitolo a parte va riservato al rapporto fra l’otite esterna e le cuffiette che spesso i più giovani utilizzano per ascoltare musica o per usare i telefonini. L’uso promiscuo fra più soggetti facilita lo scambio anche dei germi ma non esistono studi che possano legare in maniera inequivocabile questo comportamento a una dermatite da contatto. Per quanto riguarda la terapia, bisogna valutare la gravità della condizione. Per una forma lieve potranno bastare, mattina e sera, alcune gocce auricolari a base di antibiotici e cortisone, se invece l’otite è più intensa, deve essere valutata la somministrazione di cortisonici e antibiotici per via generale, insieme ad antidolorifici.