Written by 2:43 pm Chirurgia

Piede torto congenito sfruttiamo l’elasticità ossea

Del Dott.
Antonio Vitale
Specialista in Ortopedia e Traumatologia. Già Dirigente Medico Ospedale Pediatrico Santobono e DM ASL Napoli 1

La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo già in 5 giornate dopo la nascita, sono gli strumenti principali per intervenire in caso di Piede Torto Congenito, una deformità idiopatica, di cui non si conosce la causa e che colpisce l’1 x mille dei neonati. Il Piede è composto da ossa brevi Tarsali che possono subire deformità più o meno rilevanti e queste possono stabilizzarsi in atteggiamenti patologici che nel tempo possono aggravarsi. Allo stato attuale questa malformazione sembra conseguenza di cause multifattoriali, genetiche e ambientali, che influenzano la forma del piede già durante la sua formazione in utero. Fra i fattori meccanici principali, la posizione fetale negli ultimi mesi di gestazione e la carenza di liquido amniotico, possono determinare una pressione anomala sui piedi del nascituro e quindi una loro deformità che può essere più o meno accentuata e variamente combinata, coinvolgendo le varie ossa del piede, le capsule articolari, i legamenti, i tendini e le fasce, con deformità e retrazioni varie. Il difetto si evidenzia alla nascita, e comporta nella maggior parte dei casi un atteggiamento del piede di tipo equino – varo – addotto – supinato, ma esistono delle varianti con atteggiamenti talo – valgo, altri con metatarso addotto o varo, altre in piede valgo reflesso. La presenza di un piede torto congenito può essere abbinata ad altre deformità congenite che vanno opportunamente controllate con approfondimenti ecografici o radiografici: displasia congenita dell’anca; spina bifida; artrogriposi; schisi di una o più vertebre del rachide. A seconda della gravità si indicano tre gradi di Piede Torto Congenito: nel primo la deformità è moderata e facilmente correggibile manualmente. Nel secondo, la deformità a 90° offre una discreta opposizione al tentativo di correzione manuale. L’ultimo grado presenta una deformità a 70-80° con una notevole rigidità che ne impedisce la correzione. Il Piede Equino Varo Addotto Supinato è la variante più frequente (70-75%), predilige il sesso maschile e spesso è bilaterale. Nel Piede Talo Valgo la deformità si presenta con un piegamento del piede verso l’alto e la correzione è possibile passivamente e si mantiene con una apparecchio gessato chiuso o a doccia che verrà rimosso periodicamente per le opportune manipolazioni. Un Metatarso Addotto Varo comporta una deviazione verso l’interno dell’avampiede e non è molto frequente. Il Piede Reflesso Valgo, anch’esso poco frequente, è detto anche piede a “dondolo” e presenta un incurvamento in basso. Quanto più precoce è l’intervento, tanto maggiori sono le possibilità di successo. tervento chirurgico. La plasticità dell’osso, la sua potenzialità di adattamento in età evolutiva, la proliferazione delle cartilagini di accrescimento, consentono infatti di modellare ossa ed articolazioni. Proprio la plasticità dell’osso nel neonato è il fattore da sfruttare al massimo abbinando i trattamenti in maniera costante evitando l’insorgenza delle rigidità causate dai gessi fissi che hanno la sola funzione di contenimento statico e non consentono il beneficio delle manipolazioni che hanno funzioni dinamiche. Riassumendo: in genere il primo e secondo grado sono correggibili con manipolazioni e tutori, il terzo grado con gessi ortopedici talvolta abbinati a intervento chirurgico.

Tag:, Last modified: Marzo 5, 2021
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