Intervista alla dott.ssa
Paola De Simone
Dermatologa, Dirigente Medico Dermatologia Oncologica San Gallicano Roma
Le parole per descrivere l’esplosione di sensazioni e stimoli che le donne vivono in gravidanza possono sembrare insufficienti. Non è insolito che molte considerino la maternità l’avventura più travolgente della propria vita. Una esperienza che viene vissuta con una crescente consapevolezza, frutto di una scelta quasi sempre desiderata e programmata di comune accordo con il proprio partner. Le statistiche ci dicono che l’età della prima gravidanza si è andata innalzando e, per questo, con il lieto evento aumentano anche le preoccupazioni e i rischi, che comportano attenti controlli, onde evitare conseguenze per madre e nascituro. È poco risaputo ma le profonde modificazioni delle funzioni endocrine, immunitarie, circolatorie e metaboliche che si registrano durante i nove mesi di attesa, si ripercuotono in modi differenti anche sull’organo cute. La vasodilatazione periferica induce un incremento della temperatura della pelle e favorisce la tendenza agli edemi, mentre alterazioni ormonali transitorie possono indurre, in alcuni casi, la comparsa dell’acne e di peli superflui. Crescono anche i rischi per teleangectasie, couperose ed emangiomi. L’aumentata distensione della cute può favorire la comparsa delle smagliature, che dal punto di vista endocrinologico possono essere messe in relazione con un’iperattività funzionale delle ghiandole surrenali con conseguente produzione di picchi instabili di cortisolo. Ma in particolare, a livello cutaneo, a risentire maggiormente dei cambiamenti in gravidanza è il sistema della pigmentazione cutanea, con la comparsa di aree di iperpigmentazione sulle areole mammarie, le regioni ano-genito-perineali, le ascelle e lungo la linea addominale mediana. Inoltre sul viso si può manifestare un cloasma, o maschera gravidica, che nella sua forma completa interessa la regione centrofacciale, mentre sembrano accentuarsi efelidi, lentiggini e nevi, che appaiono molto più scuri proprio nei nove mesi della gravidanza. Quest’ultimo aspetto merita un approfondimento. Alcuni articoli scientifici hanno portato all’attenzione del grande pubblico la relazione sospetta tra gravidanza, nevi e melanoma. Vediamo di capire se l’allarme è concreto o se si tratta solo di un possibile aumento di rischio di cui non preoccuparsi eccessivamente. A tal fine abbiamo posto alcune domande alla dott.ssa Paola De Simone, dirigente medico dell’ambulatorio di dermatologia oncologica dell’Ospedale San Gallicano di Roma.
Esiste davverouna relazione fra la gravidanza e il melanoma?
Non ci sono dati definitivi, anzi si può dire che siano molto controversi, mentre ancora non sono state dimostrate alterazioni ormonali in grado di influenzare lo sviluppo e la prognosi del melanoma.
Qual è la frequenza dei melanomi in gravidanza?
In una passata edizione del Congresso dell’European Academy of Dermatology and Venereology (EADV) è stata definita l’incidenza del melanoma in gravidanza: un caso ogni 10mila donne che aspettano un bambino. Alcuni studi hanno però evidenziato come la gravidanza, per le alterazioni che induce nella pigmentazione cutanea, possa essa stessa ritardare la diagnosi di melanoma. E questo può rivelarsi un problema molto serio, specie in termini d’intervento precoce.
Qual è la prognosi?
Secondo la nostra esperienza e altri importanti studi epidemiologici internazionali, abbiamo oggi la dimostrazione che la prognosi per le donne in gravidanza affette da melanoma, a parità di indice di spessore di Breslow, non è dissimile dai soggetti di controllo. Si tratta di un indice prognostico che valuta la profondità della neoplasia, dato molto più importante ai fini della malignità e della sopravvivenza.
Quale consiglio si sente di dare alle future mamme?
Al contrario di quanto fino a oggi si pensava, la comparsa di nuovi nei durante i fatidici nove mesi, come anche il cambiamento degli stessi, non devono essere trascurati, in quanto possibile segnale di sviluppo del melanoma, la forma più temuta del tumore della pelle. Per rispettare e ascoltare la propria pelle, specchio della salute di mamma e bebè, il messaggio è quello di auto-esaminarsi e di segnalare tempestivamente qualsiasi cambiamento ed evoluzione dei nei già noti o la comparsa di nuovi, incluse le macchie.
Vi sono rischi per il nascituro?
Le ricerche tendono a escluderli.
Altri segni cutanei da tenere presenti?
Non è possibile trascurare forme particolari di prurito all’addome e all’estremità, di cui una donna su centocinquanta soffre, né eczemi e orticarie. Il dermatologo aiuterà il percorso dei nove mesi di gravidanza e concorrerà a evitare tutti i possibili incidenti e imprevisti e a dirigersi con tranquillità verso il risultato più sorprendente di questo viaggio che porterà a una nuova vita.