Allergia alla muffa? Un nemico ubiquitario
Tante volte capita che un bambino si presenti all’osservazione clinica del pediatra con le tipiche manifestazioni di una allergia: congiuntivite, lacrimazione, rinite,starnuti, asma anche grave, dermatite, senza che si sappia, però, quale sia la causa scatenante. A questo punto, davanti al medico, si apre un ampio ventaglio di possibili fattori che potrebbero aver innescato tale reazione, che naturalmente devono essere identificati il prima possibile, in modo da poter allontanare il piccolo paziente da ciò che provoca il suo malessere e avere, così, più chance che la terapia prescritta abbia pienamente successo. Quasi superfluo dire che un’anamnesi accurata è il fondamentale punto di partenza per identificare una eventuale predisposizione genetica. Il tutto per escludere quante più possibile i sospetti e limitare il campo a un numero ridotto di ipotesi. Anche un’attenta analisi del decorso può aiutare a confermare che si tratti veramente di un’allergia, immediata entro 30-60minuti, ritardata dopo 48-72 ore dall’esposizione. Come è noto, l’attivazione del sistema immunitario contro sostanze che per la maggior parte degli individui non costituiscono un pericolo,in genere dà luogo a reazioni lievi e limitate, altre volte a essere colpito è l’intero organismo fino ad arrivare a un grave shock anafilattico. è ormai certa l’esistenza di una predisposizione genetica, ma l’attenzione va concentrata soprattutto sull’ambiente in cui i bambini vivono la loro vita, alla ricerca degli allergeni più probabili. Una significativa differenza esiste fra un primo episodio di contatto con l’allergene, quando le cellule del plasma, stimolate dai linfociti T riconoscono la sostanza come pericolosa, attivano immunoglobuline (IgE) specifiche, ma la reazione può essere nulla, lieve o moderate, mentre sarà solo un contatto successivo che scatenerà la sintomatologia allergica, imputabile all’istamina e ad altri mediatori (prostaglandine, leucotrieni, eparine, fattori chemiotattici, idrolasi e proteasi). Nei tessuti si verificano vasodilatazione, edema, aumento della permeabilità dei vasi sanguigni, alterazioni della muscolatura liscia e del tessuto connettivo, provocando i sintomi a carico dell’ apparato respiratorio, gastrointestinale, cute, congiuntiva, riscontrabili nella rinite allergica, la malattia da fieno, l’orticaria, l’angioedema, l’allergia alle punture di insetti, le allergie crociate pollini-alimenti e le forme allergiche dell’asmabronchiale. Vale la pena ricordare che le reazioni allergiche ritardate non sono mediate dalle IgE ma direttamente dai linfociti T che attivando i monociti e macrofagi, provocano il danno tessutale. Ai fini dell’identificazione dei possibili allergeni coinvolti, rilevante è il periodo di insorgenza. In primavera ed estate, a esempio, sono più frequenti i contatti con piante e fiori o la puntura di un insetto. Se però le manifestazioni avvengono durante tutto l’anno, il quadro è molto più ampio e la diagnosi più complessa. In questo articolo ci piace segnalare un nemico spesso invisibile che si tende a sottovalutare: la muffa. Non sempre, infatti, la muffa si presenta nel suo aspetto più comune: verde o grigia, e non sempre si trova nei posti dove riteniamo sia più probabile che si annidi, negli angoli delle mura. Le tipologie più comuni nei nostri appartamenti, sono almeno 30 delle 100mila esistenti, molte delle quali nascoste in luoghi lontani dalla nostra vista, tra cui l’Alternaria Alternata, il Cladosporium, l’Aspergillus niger, il Flavus, Penicillium Notatum e il Terreus. La loro comparsa è strettamente legata al tasso di umidità dell’ambiente in cui prolifica e può essere eliminata con prodotti specifici, disinfestazioni, areeggiando le superfici e utilizzando particolari vernici. Oltre che sulle pareti le muffe, possono svilupparsi sugli alimenti, sui tappeti, sulla moquette, sui vestiti e le scarpe, nel terriccio, sul legno, sulle foglie in decomposizione, sulla vernice, nei deumidificatori e negli impianti di condizionamento dell’aria. Ciò che le rende più insidiose è che non esiste una stagionalità e disperdono spore in qualsiasi periodo dell’anno. Due i tipi di allergia che possono causare: la forma IgE-mediata e le micosi broncopolmonari allergiche. La diagnosi avviene tramite test allergologici cutanei come lo skin prick test e il dosaggio delle IgE specifiche. Per quanto riguarda la terapia, in primis è necessario bonificare gli ambienti, prescrivendo, a seconda della gravità dei sintomi, nella fase acuta: antistaminici, cortisonici topici o sistemici, collirio antistaminico. Programmare, poi, una terapia desensibilizzante specifica con vaccini (ITS) che migliora l’esito della malattia nel lungo periodo. Alcuni consigli ai genitori: rinunciare ai sistemi di umidificazione; limitare il numero delle piante in casa; rivestire il materasso e il cuscino con fodere traspiranti, a trama fitta; pulire a fondo i contenitori della spazzatura; sanificare il frigorifero, le guarnizioni, ma anche le superficie attorno ai lavabi e attorno ai sanitari; eliminare alimenti conservati troppo a lungo o ammuffiti; pulire i filtri dei condizionatori o del riscaldamento ad aria, e ventilare bene gli ambienti; eliminare la carta da parati e pitturare le pareti con vernici apposite antimuffa; evitare tappetini in bagno; arieggiare ogni le stanze con particolare attenzione al bagno, specie dopo la doccia o l’uso della vasca; prendere un deumidificatore; evitare infine passeggiate, giochi o pernottamenti in tenda vicino a laghi, fiumi o giardini bagnati.