Roma è stata sede della Prima Festa Mondiale dei bambini ma ha ancora molto da realizzare per facilitare la loro vita
Cinquantamila persone si sono radunate in Piazza San Pietro il 25 e il 26 maggio scorso per festeggiare la prima Giornata Mondiale dedicata ai Bambini voluta da Papa Francesco. In preparazione dell’evento, il Pontefice aveva inviato una lettera a tutti i bambini invitandoli a partecipare numerosi all’incontro di Roma, da diverse parti del mondo. “Bambini – aveva scritto il Pontefice – ci ricordate che siamo tutti figli e fratelli, e che nessuno può esistere senza qualcun altro che lo metta al mondo, né crescere senza avere altri a cui donare amore e da cui ricevere amore” (il testo integrale nell’approfondimento di pagina 13). Ed effettivamente l’appello è stato ascoltato visto che alla kermesse hanno preso parte visitatori provenienti da ben 101 paesi. Diverse sono state le attività organizzate per celebrare i protagonisti della giornata, i bambini appunto. Dopo il calcio “d’inizio” del Pontefice a una partita tenutasi nello stadio Olimpico tra piccoli atleti e alcuni calciatori internazionali capitanati da Gianluigi Buffon, Papa Francesco ha dedicato il pomeriggio a rispondere alle domande dei piccoli presenti. E non sono mancati i momenti di ilarità così come quelli di commozione. Come quando Ido, proveniente dalla Corea del Sud, ha chiesto “Come si apre il cuore dei grandi?”. Il Papa ha risposto che non è facile ma “Voi bambini potete fare una vera rivoluzione”. Commoventi sono state anche le testimonaninze dei bambini che arrivavano dalle zone colpite dalla guerra, come Eugenia da Kharkiv e Celin dalla Palestina. Naturalmente non sono mancati gli interventi di ospiti quali Renato Zero, Al Bano, Lino Banfi e infine, Roberto Benigni che ha fatto divertire i presenti con il suo discorso di chiusura. Anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha espresso il suo sostegno all’iniziativa fortamente voluta da Papa Francesco, sottolineando come i bambini rappresentino “un germoglio di speranza” che Roma è pronta ad accogliere e farsi travolgere. Anche l’anno prossimo la Capitale è stata scelta per ospitare le celebrazioni per la Giornata mondiale dei Bambini. Far ricadere la scelta su Roma cela sicuramente delle motivazioni evidenti, come la presenza della Santa Sede, ma d’altra parte apre numerosi interrogativi sulla qualità della vita dei bambini nella Capitale. I bambini, infatti, sono spesso considerati un indicatore da tenere in considerazione quando si parla di una città di successo. Resta allora il quesito: la città scelta dal Papa è a misura di bambino? Ebbene, forse in pochi sanno che ogni anno viene stilata una classifica delle città italiane a misura di bambino e in quella di quest’anno Roma occupa solo il 64° posto. La città che, all’opposto, investe di più in questo aprticolare ambito è invece Sondrio. Lo studio ha tenuto in considerazione 12 parametri statistici: dalla presenza di aree verdi in cui giocare alla dimensione abitativa in cui i bambini vivono, dall’istruzione all’offerta di attività da svolgere in orario extra scolastico, forniti da fonti autorevoli come Istat, Infocamere, Sia, il ministero dell’Interno e Iqvia. Nonostante sia stato registrato un leggero miglioramento rispetto ai dati raccolti nel 2022, la città deve ancora impegnarsi per scalare qualche posizione. Tra le analisi dei singoli parametri emergono alcune situazioni preoccupanti. Tra queste, quella che riguarda gli spazi abitativi in cui Roma risulta al 104° posto con i suoi 54mq medi, di ben oltre 20 punti inferiore rispetto alla media nazionale. Anche l’istruzione romana necessita di un cambiamento radicale che preveda un maggiore intervento in questo settore cruciale, visti i non esaltanti dati relativi alla competenza numerica e alfabetica dei bambini romana, ampiamente sotto la media nazionale. Inoltre, secondo i dati Istat, ci sono solo 5,7mq di giardini scolastici per bambino dagli 0 ai 14 anni, valore nettamente inferiore rispetto agli 11,8 registrati nella media italiana. Un barlume di speranza, invece, è rappresentato dalla situazione dei pediatri attivi ogni mille residenti (3) che è superiore della media nazionale (ferma a 2,2). Insomma Roma non è una città vivibile per i bambini mentre risulta essere pienamente a misura della fascia più anziana (over 65 anni). E per quanto riguarda la fascia intermedia, quella cioè che va dai 18 ai 35 anni? Anche qui i dati risultano abbastanza preoccupanti: affitti molto alti, grandi difficoltà nel fare impresa, troppi contratti precari e elevati livelli di disoccupazione. Una situazione difficile che ha delle conseguenze chiare: le giovani coppie hanno mediamente meno figli e più tardi rispetto agli altri paesi europei. Infatti ormai è un dato noto che l’Italia è un paese che si sta invecchiando. L’Eurostat del 2022 ha confermato uno dei tassi di natalità più bassi tra i diversi paesi europei, insieme a Spagna e Malta. Secondo l’ultima rapporto Istat, il 2023 ha registrato 6,4 bambini ogni mille abitanti, un dato in diminuzione rispetto a 6,7 del 2022. La media di figli per ogni donna è di 1,20, un numero troppo vicino al minimo storico con 1,19 del 1995. Se il trend dovesse continuare su questi numeri, l’Istat ha previsto che in Italia nel 2050 avremo 5 milioni di abitanti in meno. Inoltre, è in aumento il dato relativo alla tendenza di posticipare la nascita del primo figlio. Per le donne l’età media è superiore ai 32 anni, mentre per gli uomini 35,8. Se da un lato le giovani coppie aspettano delle condizioni di vita più sicure; dall’altra, invece, molte coppie sono impossibilitate per natura. Il 15-20% delle coppie italiane, infatti, soffre di problemi legati all’infertilità, un dato superiore rispetto alla media mondiale che si aggira intorno al 10%. circa. Per cercare di migliorare questo dato, i ricercatori hanno avviato i test su diversi trattamenti, come l’utilizzo delle cellule staminali derivanti dal cordone ombelicale. Recenti studi, infatti, hanno dimostrato che l’impiego delle cellule staminali può aiutare a contrastare l’infertilità e migliorare la funzione delle ovaie, aumentare il numero dei follicoli e diminuire il tasso di apoptosi delle cellule della granulosa, oltre a dimostrarsi un ottimo salvavita per oltre 70 patologie. La ricerca continuerà a sperimentare nuovi metodi per trovare una soluzione al problema della natalità ma appare evidente che assieme a questi sia necessaria un’inversione di tendenza nell’approccio alla qualità della vita non solo delle giovani coppie ma anche dei più piccoli, così importanti per il nostro futuro ma così ignorati nel nostro presente. Il tutto con la benedizione del Papa.