Sono passati due mesi dal rientro a scuola, un evento che può essere traumatico ma che spesso viene trascurato
Le vacanze estive sono ormai terminate da qualche tempo e la campanella è suonata a settembre per circa sette milioni di studenti, dalle materne alle superiori. Un appuntamento importante, quello del ritorno alle lezioni, che riveste una grande rilevanza, sia dal punto di vista educativo che psicologico e sociale. Lo testimoniano gli studi condotti a seguito delle chiusure rese necessarie dal Covid che hanno lasciato tanti disagi in migliaia di studenti rimasti a lungo fuori dagli spazi scolastici. La scuola, del resto, è uno dei luoghi di socializzazione più importanti per bambini e adolescenti. Tra le alule, oltre a prepararsi culturalmente, si stringono amicizie, nascono amori, ma soprattutto s’impara a convivere con gli altri, ad accettare le differenti personalità con cui si entra in contatto, ci si confronta e si cresce, permettendo agli altri di entrare nella propria sfera personale, e arricchendo in tal modo il novero delle proprie esperienze emotive. Allo stesso tempo, però, l’ambiente può essere vissuto come competitivo, generare ansia e in alcuni casi malessere vero e proprio, specie in occasione di fenomeni di bullismo, body shaming e via dicendo. Non stiamo esagerando perché è un dato di fatto che molti genitori e medici di famiglia, a settembre, si trovano a dover fare i conti con bambini e ragazzi affetti dalla cosiddetta “sindrome da rientro a scuola” che somiglia molto alla “sindrome da rientro al lavoro” degli adulti. In altre parole, il ritorno alle normali attività quotidiane può essere fonte di stress e causa di sintomi quali l’insonnia, gli sbalzi d’umore, il mal di testa, la difficoltà ad addormentarsi, un sonno disturbato da improvvisi risvegli. Mentre, in casi più gravi, si può giungere a crisi di panico, esplosioni di pianto e stati simil depressivi. Si tratta, va detto, di una sintomatologia che di solito dura poco, a volte anche meno di una settimana ma che il genitore, e anche il pediatra se interpellato, farebbe bene a non sottovalutare, indagando, in particolare, se oltre al normale assestamento fisiologico a provocarla non vi sia anche la paura di rivivere esperienze emotivamente segnanti (come l’essere soggetti a episodi di bullismo che andrebbero quindi affrontati in sedi opportune). Naturalmente non va presa sotto gamba neanche la difficoltà fisica a riabituarsi al normale ciclo circadiano, sfasato dai ritmi delle vacanze. C’è bisogno di tempo per riabituarsi alla routine quotidiana e a ritrovare quella concentrazione sui libri, accantonata per qualche mese. A questo va aggiunto anche il cambiamento nella dieta, che diventa più bilanciata rispetto agli eccessi estivi ma richiede al corpo una ulteriore fase di adattamento. Come spiega il presidente SIPPS, Giuseppe Di Mauro: “Il rientro a scuola non deve essere vissuto come un momento di angoscia per gli studenti e per i loro genitori. Se ci si prepara in anticipo, la reazione di grandi e piccoli ai cambiamenti sarà semplice e priva di stress”. Per aiutare genitori e figli a superare questo complesso periodo, in tempri recenti, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale ha stilato un Decalogo per consentire ai genitori di favorire un rientro a scuola piacevole e, soprattutto, graduale per i piccoli allievi da tenere in considerazione per il prossimo anno scolastico.
1) Impostare l’orario di sveglia adeguato alla ripresa dell’attività scolastica e preparare i vestiti la sera prima per risparmiare molto tempo al mattino, dormire di più e fare una ricca colazione in vista della giornata di studio.
2) Andare a letto prima: in vacanza sono vietate le parole orario e routine. Ecco perché per tutti gli studenti, dai più piccoli ai più grandi, alzarsi presto la mattina per andare a scuola è un tormento. Durante gli ultimi giorni di vacanza sarebbe opportuno andare a letto prima per avere ore di sonno sufficienti a far riposare l’organismo, evitando l’uso di tablet, videogiochi o TV.
3) Anche per l’alimentazione è necessaria la regolarità di cinque pasti al giorno (colazione, spuntino di metà mattino, pranzo, merenda e cena) secondo i principi della dieta mediterranea, e possibilmente scegliendo con cibi salutari e provenienti da coltivazione biologica.
4) Tornano i compiti giornalieri, che sono parte del processo educativo e non una punizione. I genitori devono aiutarli nello svolgimento dei compiti ma non devono farli al posto loro. Il modo migliore per essere accanto ai propri figli in questa attività è stabilire un orario di studio fin dalla prima settimana.
5) Camminare e parlare durante il tragitto verso la scuola è sicuramente una scelta migliore (anche a livello fisico) rispetto a quella di arrivare in macchina fin sotto i gradini dell’istituto.
6) Non trasmettere ansie al bambino nell’organizzare tempi e impegni che, inevitabilmente, i genitori devono considerare nella ripresa della vita quotidiana.
7) Acquistare il materiale scolastico in tempo evita stress agli studenti e permette ai genitori di effettuare cambi o resi in tempo utile. È suggeribile di coinvolgere i bambini nella scelta di quaderni, libri, zaini, penne e astuccio.
8) Per quanti vanno a scuola per la prima volta la familiarizzazione con l’ambiente qualche giorno prima che inizino le lezioni, può essere di grande aiuto. Per i più piccoli è altrettanto rassicurante vedere i propri genitori interagire in maniera positiva con gli insegnanti.
9) Per gli studenti più grandi, invece, è importante riprendere i contatti con i compagni di classe per ricollegarsi in modo piacevole alla routine delle lezioni.
10) Praticare corsi sportivi o giochi strutturati. Si tratta infatti di un tipo di attività che generano un rilascio di endorfine che si rivelano utili a migliorare l’umore e la concentrazione, elementi fondamentali per essere in forma una volta tornati dalle vacanze.