Un eminente ricercatore, Richard Dukes, professore emerito di sociologia dell’Università del Colorado-Colorado Springs, ha recentemente pubblicato alcune considerazioni sul tema “desiderio – rimorso del tatuaggio” spiegando come a volte sia la presenza stessa di un tatutaggio sul proprio corpo a spingere di desiderarne altri ma che non sempre chi ne ha più di uno, in realtà, ami davvero questa pratica. “Il rimpianto del tatuaggio è abbastanza comune perché i significati, i valori e le norme cambiano, mentre i tatuaggi no“, ha detto Dukes, aggiungendo che quando qualcuno si fa un tatuaggio in età avanzata, la probabilità di avere un rimpianto è minore. In particolare, Dukes ha parlato della sua esperienza con i figli. “Abbiamo tre figli adulti. Due di loro volevano farsi tatuare. Abbiamo detto loro di aspettare fino a quando avrebbero avuto 18 anni e la sicurezza di ottenere sicurezza oltre che delle belle opere d’arte. Hanno rispettato la nostra richiesta e ora il risultato è questo: uno dei due si è fatto rimuovere un piccolo tatuaggio che si era fatto fare sulla schiena, per paura che sua figlia più piccola volesse emularlo. L’altro figlio ha invece due tatuaggi. Gli ho chiesto se ne avrebbe mai fatto un altro e la sua risposta è stata che se non ne avesse mai fatto nessuno da giovane, oggi probabilmente non ne avrebbe nessuno ma visto che ne ha già due, sta pensando di farsene un altro”.
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