Le prime segnalazioni sono arrivate dall’Italia ma ora
l’attenzione su questi sintomi ha attraversato l’Atlantico
L ’infezione da SARS CoV2 può dar luogo anche manifestazioni dermatologiche che variano dall’eritema polimorfo, ai rash, alle lesioni orticarioidi, alle vescicole simil-varicella. Si tratta di lesioni benigne, che scompaiono spontaneamente dopo un paio di settimane, osservate più di frequente nei bambini colpiti dalla malattia e nei giovani, anche in forma paucisintomatica o inapparente. Non destano preoccupazioni dal punto di vista clinico e sono diventati segni utili a fini epidemiologici o per guidare verso una diagnosi precoce di COVID-19. La prima segnalazione è avvenuta da parte di un dermatologo italiano, il dott. Stefano Recalcati del Dipartimento di Dermatologia di Lecco, che in una lettera inviata alla rivista Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology attirava l’attenzione su un aspetto poco dibattuto dell’infezione, le manifestazioni cutanee. Successivamente la pubblicazione di un articolo sul Journal of American Academy of Dermatology relativo a 22 pazienti affetti da eruzioni varicelliformi come manifestazione cutanea specifica di COVID19 ha spinto l’American Academy of Dermatology a proporre un apposito registro online, per consentire agli specialisti di riconoscere e approfondire questi aspetti. Ora sappiamo che le manifestazioni cutanee in corso di COVID19 possono essere estremamente diverse e le alterazioni cutanee pur comuni a vari esantemi virali che interessano prevalentemente la regione del tronco, non erano pruriginose e risultavano indipendenti dalla gravità della malattia. Altri autori hanno segnalato che l’infezione da SARS CoV-2 si manifesta anche come rash petecchiale, con lesioni anulari, altre simili alla perniosi e alla dengue, di tipo livedo fugaci. C’è poi un ampio capitolo delle lesioni a carico delle dita di piedi e mani, acrocianosi imputabili a vasculiti, le cui continue segnalazioni riguardano soprattutto bambini e adolescenti. Gli autori anglosassoni hanno anche coniato un nuovo termine Covid feet, per indicare l’acro-ischemia attribuibile a una vasculite, che colpisce le dita dei piedi che diventano blu come fossero geloni. L’opinione comune è che questo, fra i tanti sintomi comunemente discussi, possa essere considerato un segno patognomonico di COVID-19. Ma i sintomi del piede da Covid non finiscono qui.
Meno comuni sono le eruzioni, le vesciche, il prurito, lo scoloramento dell’interfaccia ed il gonfiamento delle dita del piede, raramente accompagnati da dolore o da disagio. I fastidi sulle dita del piede di COVID cominciano con una colorazione rossa accesa che poi vira gradualmente verso il colore porpora. Il tutto può durare alcune settimane anche se trattate con creme al cortisone nel caso prurito o di dolore. Non è stato ancora chiarito perché le dita del piede vengano coinvolte nel corso dell’infezione da COVID. Per le eruzioni la spiegazione è che sono relativamente comuni nel corso delle infezioni virali, in particolare quelle respiratorie. Probabilmente, per alcuni critici, un’analisi più dettagliata dei pazienti avrebbe rivelato che l’infiammazione era dovuta a vasculiti moderate già in atto, ma nel frattempo si sono fatta strada alcune teorie che chiamano in causa anomalie della coagulazione, o che ipotizzano che le particelle virali COVID-19 vadano a danneggiare direttamente le cellule epiteliali a causa di una risposta immunitaria antivirale che provocherebbe microangiopatie. In sintesi, è ancora impossibile stabilire il rapporto preciso con l’infezione sottostante perché in molti bambini, a esempio, non sono stati eseguiti tamponi. Per questo si continua a parlare in maniera generica di Alluce da COVID come lesione benigna ma da sottoporre a una diagnosi differenziale con altre condizioni (traumatismo, scottatura, punture), per evitare allarmismi ingiustificati. In ogni caso, il sospetto di una manifestazione cutanea da COVID può servire a limitare un eventuale contagio da parte di un portatore asintomatico. In un case report pubblicato su European Journal of Pediatric Dermatology elaborato dai medici della Dermatologia Pediatrica di Barisi afferma che questi sintomi possono comparire anche a livello delle mani e sono attribuibili a vasculiti. Si tratta di forme mai osservate in precedenza, associate in genere a dolore urente e prurito, che compaiono in successione, in maniera asimmetrica e isolata, a livello delle mani e dei piedi nell’arco di 2-3 giorni e scompaiono dopo12-20 giorni. Secondo i ricercatori pugliesi, le lesioni a livello dei piedi tendono ad essere più gravi e possono evolvere verso un inflitrato, la formazione di vescicole, ecchimosi e necrosi superficiale, potendo essere colpiti gli alluci, i talloni e la superficie plantare. Si ha infine la certezza che le lesioni osservate prevalentemente nei bambini e negli adolescenti sono assolutamente di natura benigna, che hanno nulla a che vedere con la porpora trombocitopenica autoimmune e la coagulopatia anticorpi anti-fosfolipidi osservate nei quadri più gravi, e spesso pre-terminali, di COVID-19, descritti in due case report sul New England Journal of Medicine.