Mese: Giugno 2021

I pediatri italiani fra innovazione e tradizione

Psicologia

Palermo ospita il 70° Congresso Italiano di Pediatria. Dall’11 al 14 giugno 2014 oltre 1500 specialisti si incontreranno per discutere...

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Una nuova tecnologia per curare la miopia

Chirurgia

Vi ricordate di Mister Magoo, l’omino calvo e con il cappello nero del cartone animato americano che si metteva sempre nei guai a causa...

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Mucinosi follicolare: alopecie da infiltrati e depositi

Pronto soccorso

La mucinosi follicolare e una sindrome, a eziologia sconosciuta, legata alla degenerazione delle cellule epiteliali che formano la guaina...

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Malattie respiratorie: grande aumento fra i bambini

Pronto soccorso

Si sente molto parlare, in questi giorni, di come le malattie respiratorie possano rappresentare un ulteriore fattore di rischio per...

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Antibiotici e allattamento: quali rischi si corrono?

Alimentazione

Durante l’allattamento circa il 90% delle madri assume un farmaco nella prima settimana dopo il parto e la percentuale di allattamento...

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Violenza e cyberbullismo tra i banchi di scuola

Psicologia

Gli atti di bullismo sono equiparabili allo stalking. è quanto stabilisce la proposta di legge che il 29 gennaio scorso è stata...

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Il pianto del neonato cambia a seconda della lingua madre

Pillole

Grazie a studi svolti in Germania, si è arrivati a una strabiliante scoperta: il pianto dei neonati cambia di intensità e tipologia a seconda della lingua parlata dai genitori. Secondo la dottoressa Kathleen Wermke, del Centro per i Disturbi del Linguaggio della Würzburg University, infatti, un bambino nato da una mamma che parla cinese produrrebbe melodie di pianto più complesse dei neonati svedesi, la cui lingua madre, avendo un “accento acuto”, produce vagiti più legati al singhiozzare. Già nel 2009 si era dimostrato che i neonati tedeschi e francesi producono “melodie diverse”, riflettendo le lingue che più spesso hanno sentito mentre si trovavano anche nell’utero materno: il pianto dei primi varia rapidamente da un tono più alto a uno più basso, imitando l’intonazione della lingua madre, mentre quello dei francesi, ha una intonazione verso l’alto. La scoperta evidenzia che i feti sono influenzati dall’ambiente ed entro il terzo trimestre possono udire il ritmo e la melodia della voce della madre, nota come ‘prosodia’. Poiché le parole sono ovattate dai tessuti e dal liquido amniotico, la prosodia diventa la caratteristica distintiva del linguaggio. Dopo la nascita, i piccoli imitano molti suoni diversi ma sono tutti modellati dalla prosodia, che diventa una sorta di guida ai vari suoni recepiti. I nascituri in una famiglia bilingue la usano ad esempio per distinguere i due linguaggi, ascoltandola e tentando di imitarla. Oggi, il laboratorio della studiosa tedesca ospita un archivio di circa mezzo milione di registrazioni di bambini provenienti da tanti Paesi del mondo, e aiuta grazie alla sua attività di ricerca, a supportare i bambini che presentano difficoltà uditive.

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