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Prescrizioni mediche: i numeri dell’aderenza terapeutica

Secondo stime dell’Oms, il 30/50% dei farmaci prescritti non sono assunti come dovrebbero; inoltre tra il 30% e il 70% dei pazienti commette errori o scambi involontari di farmaci. Secondo il Piano Nazionale delle Cronicità sono stati 194.500 decessi nell’Unione europea per mancanza di aderenza o per errori nel dosaggio o assunzione di farmaci, con una spesa di 125 mld di euro l’anno per ricoveri. Secondo il rapporto di Cittadinanzattiva le Regioni sono molte attente all’appropriatezza prescrittiva, meno all’informazione e agli strumenti tecnologici di supporto al paziente. Secondo l’analisi civica sul tema realizzata da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, nessuna Regione ritiene prioritario puntare sul caregiver professionale (es. badanti) per implementare l’aderenza alle terapie; mentre le Associazioni di volontariato e dei pazienti risultano avere un ruolo secondario rispetto a quello dei professionisti sanitari. Solo il Friuli-Venezia Giulia, il Molise e la P.A. di Trento stanno investendo anche sull’associazionismo per migliorare l’aderenza. Il ruolo del medico è ovvio e fondamentale, quello del farmacista è essenziale non solo per consigliare sull’uso del farmaco, ma anche per sue eventuali sostituzioni o per la segnalazione immediata di eventi avversi. Il compito dell’infermiere è evidente: è accanto al paziente e lo guida. Ma c’è di più. A gennaio 2015, nel decreto legislativo di recepimento della direttiva 2013/55/UE, quella che ha istituito la tessera professionale europea, è scritto chiaro che l’infermiere ha la competenza di orientare individui, famiglie e gruppi verso stili di vita sani e l’autoterapia, sulla base delle conoscenze e delle abilità acquisite. E anche La competenza di comunicare in modo professionale e di cooperare con gli esponenti di altre professioni del settore sanitario.

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Tag:, Last modified: Marzo 9, 2021
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