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Panico e ansia da terremoto: è possibile prevenirli?

del dott. Pierpaolo Casto, Psicologo e Psicoterapeuta

Le immagini legate ai sisma che negli ultimi mesi hanno colpito l’Italia centrale sono destinate a restare a lungo impresse nella nostra memoria e soprattutto in quanti hanno vissuto la tragedia sulla propria pelle. In pochi istanti centinaia di persone hanno visto crollare, in tutti i sensi, il proprio mondo di riferimento, perdere i propri cari e la propria abitazione: in poche parole hanno visto cadere tutte quelle certezze e quelle caratteristiche di stabilità attorno alle quali avevano costruito la propria vita. Un trauma da cui è difficile riprendersi e che richiede probabilmente anni di terapia per essere metabolizzato, se è vero come riportato da molti quotidiani, che le ben più piccole scosse avvertite nella Capitale hanno spinto decine e decine di persone a recarsi al pronto soccorso perchè colpite da presunti infarti poi rivelatesi nella maggior parte dei casi, semplici crisi di panico. Chi ha vissuto esperienze del genere è infatti destabilizzato a livello emotivo e ha bisogno di ricostruire le proprie sicurezze. Il quadro è altrettanto delicato se si parla di bambini. Proprio per questo in quasi tutti i luoghi in cui si sono verificati i sisma oltre al normale personale sanitario e di emergenza, sono stati inviati degli psicologi di supporto propio per i più piccoli. Se infatti per anni gli attacchi di ansia e di panico sono stati considerati un disturbo prettamente della sfera adulta oggi sappiamo che non è sempre così. I figli di genitori con disturbo di panico, a esempio, hanno 8 volte più probabilità di sviluppare loro stessi il disturbo con il tempo.

Per questo, considerando il forte contributo genetico al disturbo di panico, può capitare che alcuni genitori possano chiedere al pediatra in che modo prevenirlo. In realtà andrebbe spiegato loro che non esiste alcun modo garantito per evitare che un bambino sviluppi il disturbo di panico. Come la maggior parte dei disturbi di salute mentale, anch’esso è infatti causato da una combinazione di influenze biologiche, psicologiche e sociali. La diagnosi precoce è comunque fondamentale per aiutare un bambino a riceve cure adeguate. Per farla bisogna stare attenti al fatto che il bambino mostri comportamenti insoliti come la paura di situazioni differenti o segni di frequente ed eccessivo nervosismo ma anche ansia da separazione ed eccessiva preoccupazione per la sicurezza dei membri della famiglia. Una volta escluso che si tratti di un problema fisico si deve decidere come intervenire. Ci sono dei modi in cui i genitori possono insegnare ai loro figli a sentirsi più rilassati, sicuri e sotto controllo. Abitudini che permetteranno di aumentare le possibilità che tali comportamenti non si ripresentino in età adulta.


Essere un modello
I genitori che mostrano paura cronica e atteggiamenti nervosi in genere hanno figli altrettanto ansiosi. Quelli troppo prudenti potrebbero inconsapevolmente inviare il messaggio ai loro figli che il mondo è un luogo spaventoso.Tali punti di vista possono far pensare ai bambini di correre rischi per tutta la vita. Il bambino va incoraggiato a esplorare e sperimentare il mondo che li circonda e nell’adolescenza gli si dovranno invece insegnare gradualmente responsabilità e autonomia supplementare in modo da farli divenire giovani adulti in grado di lanciarsi nella propria vita. I bambini, poi, possono sviluppare fobie osservando quelle dei genitori: mostrando il timore di guidare durante un lungo viaggio gli si può trasmettergli questa paura. Il comportamento giusto è quello di cercare di non esprimere eccessive preoccupazioni di fronte a loro.


Attenti alla TV
Un altro modo per ridurre l’ansia in casa è di limitare o eliminare gli eventi ansiogeni comuni, come guardare in tv storie tragiche. I bambini non sono emotivamente pronti a gestire gli eventi tristi e catastrofici che sono mostrati in televisione e sui giornali. Se non è possibile eliminare l’esposizione allora si deve utilizzare questo tempo per modellare un atteggiamento più calmo rimanendo composti e rilassati. Meglio comunicare al bambino che è normale sentirsi preoccupati condividendo con lui le paure reciproche e incoraggiandolo a fare lo stesso.


Libera l’espressione di sentimenti
Spesso chi soffre di panico è cresciuto in famiglie in cui è stata scoraggiata la condivisione dei sentimenti. I genitori devono fornire ai figli un ambiente in cui ci si possa sentire sicuri a esprimersi anche quando ci si sente vulnerabili. Vanno incoraggiate l’assertività e le espressioni ragionevoli di opinioni personali. Importante aiutare il bambino a identificare i propri sentimenti chiedendo come certi eventi (cambiare scuola o casa) li hanno influenzati.


Fornire struttura e consistenza
Creare orari prestabiliti per i pasti o per andare a dormire, insegnare a sistemare lo zaino di scuola la sera prima: sono alcune routine che permettono al bambino di sentirsi più organizzato e rilassato. La coerenza disciplinare può essere stimolata attraverso ricompense e conseguenze. Regole e disciplina aiutano a sentirsi al sicuro.


Insegnare abilità di coping
I genitori aiutano i figli a superare la paura attraverso il sostegno a piccoli passi: lodandolo anche per i successi più piccoli può infondere fiducia. Panico e ansia, infine, possono anche essere ridotti insegnando tecniche di rilassamento apposite come esercizi di respirazione profonda o tecniche di rilassamento muscolare progressivo. Oppure è possibile utilizzare un oggetto, come un cuscino o un grande animale di peluche.

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Tag:, , , , Last modified: Luglio 9, 2020
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